(ANSA) – ROMA, 07 OTT – Oltre tre milioni di persone, la
maggior parte sfollati interni, hanno accesso limitato all’acqua
potabile nel nord della Siria, dove dieci anni di guerra hanno
lasciato le infrastrutture idriche e sanitarie al collasso. A
lanciare l’allarme è Medici senza Frontiere (Msf).
L’attuale crisi idrica sta causando l’aumento di alcune
malattie portate dall’acqua e minando la lotta contro il
Covid-19, proprio mentre nel nord-ovest del Paese si assiste a
un allarmante aumento dei casi, afferma l’ong, che fornisce
servizi idrici e igienici in circa 90 campi nel nord-ovest della
Siria, raggiungendo circa 30mila persone sfollate.
“Anche se disponibile, a volte l’acqua è contaminata –
dichiara Ibrahim Mughlaj, promotore della salute di Msf in Siria
nord-occidentale -. All’interno dei campi assistiamo
quotidianamente all’impatto che la scarsa qualità dell’acqua ha
sulla salute delle persone. Malattie e altre complicanze come
diarrea, epatite, impetigine e scabbia sono all’ordine del
giorno. Il limitato accesso all’acqua ostacola gravemente anche
le misure igieniche essenziali per la prevenzione ed il
trattamento del Covid-19”. (ANSA).
Fonte Ansa.it