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Siria:ancora non si trovano resti archeologo ‘padre Palmira’

(ANSAMed) – BEIRUT, 14 APR – Non sono ancora stati
ritrovati i resti del corpo dell’archeologo siriano Khaled al
Assaad , noto come “Il pade di Palmira” – dopo sei anni dalla
sua decapitazione da parte dell’Isis. Lo ha detto oggi Tareq al
Assaad, figlio del rinomato scienziato, citato dai media siriani
dopo che, alcune settimane fa, c’era stato l’annuncio del
ritrovamento di resti umani che sarebbero potuti appartenere ad
Assaad.
    “Le autorità ci hanno appena informato che i risultati del
DNA non sono compatibili con i dati di mio padre”, ha detto il
figlio dell’archeologo, decapitato nel 2015 all’età di 80 anni
nell’anfiteatro romano di Palmira, a est di Damasco.
    A febbraio scorso era stato sempre il figlio a esprimere
un cauto ottimismo sul fatto che le spoglie ritrovate allora
potessero appartenere al padre.
    L’Isis era stato dichiarato sconfitto in Siria nella
primavera del 2019 ma negli ultimi mesi si è registrata una
recrudescenza degli attacchi compiuti dai suoi combattenti.
    Khaled al Assaad, noto per la sua lealtà politica al governo
centrale di Damasco, era nato proprio a Palmira nel 1934. Sin
dagli anni ’60 si era dedicato al lavoro di archeologo,
collaborando con diverse missioni straniere. Era figlio d’arte:
dal padre archeologo aveva ereditato anche la posizione di
direttore dei Beni culturali di Palmira. Così come suo figlio
Tareq, di recente nominato direttore dei Beni culturali di
Palmira.
    Durante i primi anni del conflitto siriano, scoppiato nel
2011, Assaad si era adoperato per mettere in salvo quanti più
reperti possibili dalla zona di Palmira. Nel 2015, quando le
forze governative si erano ritirate dall’area lasciando campo
aperto all’Isis, Assaad era stato catturato dai jihadisti, molti
dei quali originari della stessa Palmira. Ma non aveva rivelato
il luogo dove erano stati nascosti i reperti nemmeno sotto
tortura.
    Un atteggiamento che gli è valso il titolo di “martire” ma
anche l’uccisione per decapitazione avvenuta tra le rovine
dell’anfiteatro di Palmira. Il suo corpo era stato poi esposto
appeso a un palo della luce. Assaad aveva ricevuto diverse
onorificenze durante la sua attività e anche post mortem, tra
cui alcuni riconoscimenti in Italia. (ANSAMed).
   

Fonte Ansa.it

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