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Operazione di soccorso sul Nanga Parbat nel 2018
Le ricerche dell’alpinista Daniele Nardi, disperso nel Nanga Parbat, sono cominciate oggi ma dell’italiano e di Tom Ballard, l’inglese che era con lui, è stata localizzata solo la tenda al campo 3, invasa dalla neve. “Nell’area – hanno spiegato dallo staff dell’alpinista italiano – sono state individuate tracce di valanga sul pendio che sta ad indicare la pericolosità della zona.
Le ricerche, sospese per il maltempo, riprenderanno domani condizioni meteorologiche permettendo, ha affermato l’ambasciatore italiano in Pakistan, Stefano Pontecorvo, che ha ringraziato l’aviazione di Islamabad per gli sforzi fatti fino a oggi nella ricerca dell’italiano e dell’inglese Tom Ballard. Era stato proprio Pontecorvo a ottenere nei giorni scorsi l’autorizzazione per il volo di un elicottero militare, in precedenza sospeso per la chiusura dello spazio aereo pakistano per le tensioni con l’India.
Nardi e Ballard sono gli ultimi di una folta schiera di alpinisti che hanno sfidato il Nanga Parbat, 8.126 metri, nona montagna al mondo per altezza. Molti vi hanno perso la vita cercando di arrivare in vetta, a cominciare dal britannico Albert Mummery, il primo a tentare l’impresa nel 1895, senza successo. Nel 1953 fu l’austriaco Hermann Buhl a cantare vittoria, dopo che negli anni ’30 almeno una trentina di alpinisti erano morti, provandoci.
La madre dello stesso Ballard, Alison Hargreaves, morì 33enne sul K2 nell’agosto 1995, quando lui aveva solo 6 anni, pochi mesi dopo essere diventata la prima donna a scalare l’Everest in solitaria, senza ossigeno e senza aiuti esterni, e il suo corpo non e’ mai stato recuperato. Il giovane, oggi trentenne, ha sempre spiegato di “avere fin da piccolo un solo desiderio, scalare. Ancora prima di nascere, avevo già scalato l’Eiger”, in Svizzera, nella pancia della madre, incinta al sesto mese. “Quindi non e’ una sorpresa quello che faccio”.
Non ci sono segnali dal telefono satellitare né dal sistema gps: l’italiano e l’inglese risultano dispersi dopo aver raggiunto i 6.300 metri sullo Sperone Mummery, sul versante Diamir. Nelle ricerche del 42enne italiano di Sezze, nell’Agro Pontino, è stato coinvolto anche Alì Sadpara, con il quale Nardi nel 2016 aveva avuto una durissima discussione in alta quota proprio sul Parbat, che lo aveva costretto a lasciare la cordata. Alcuni raccontano che una volta fu Nardi a salvare la vita a Ali Sapdara.
È da lui che oggi sono arrivati diversi messaggi sulle ricerche in corso. Ballard, che da anni vive in Val di Fassa con il padre, ha postato alcune foto sul suo profilo Instagram, fin dai preparativi a dicembre: una delle ultime immagini lo ritrae il 19 febbraio con gli sci ai piedi ai margini di una discesa ripidissima. “Questo dovrebbe essere divertente”: così scherzava anche sul brutto tempo che imperversava, tra pesanti nevicate, forti venti e una valanga – quella – fortunatamente evitata.
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