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Ucraina: exit poll, Zelensky vince le presidenziali con il 73%

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Pochi avevano preso sul serio Volodymyr Zelensky, attore e comico 41enne, quando annunciò la sua candidatura, in pieno veglione, il 31 dicembre. Eppure, dopo quattro mesi di campagna elettorale condotta principalmente sui social network ce l’ha fatta: secondo gli exit poll, al secondo turno delle elezioni presidenziali ha vinto con oltre il 73% dei voti, lasciando fermo il suo avversario, il presidente uscente Petro Poroshenko, al 25% (l’exit poll è stato realizzato da un consorzio, Exit Poll National, che riunisce tre istituti).

I risultati ufficiali arriveranno nella notte, ma intanto lui già canta vittoria: “Non vi deludero'”, ha detto ai suoi sostenitori, rivolgendosi anche ai cittadini delle ex repubbliche sovietiche, con un ammiccamento allusivo: “Guardatemi, tutto è possibile”.

Il suo avversario ha incassato la sconfitta (paga il prezzo di una crisi economica acuta e il radicamento del conflitto nel Donbass) ma ha promesso che non lascerà la politica. I sondaggi, ha dichiarato, “sono evidenti e mi danno tutte le ragioni per telefonare al mio avversario e congratularmi con lui; accetto questa decisione, lascio l’incarico ma voglio sottolineare con fermezza: non abbandono la politica”.

Zelensky- che ha cementato la sua popolarità nella seguitissima serie televisiva “Il servo del popolo”, in cui interpreta un professore di storia che arriva alla presidenza – avrebbe raggiunto un risultato storico: vittoria in tutte le regioni del Paese, compreso quella più occidentale, filo europea e nazionalista; nella parte orientale russofona poi, la sua vittoria sarebbe addirittura travolgente, oltre l’88% dei voti.

Non avendo alcuna esperienza in politica e avendo praticamente affidato la sua campagna elettorale al suo alter ego televisivo – il professore Vasyl Petrovych Holoborodko, critico veemente della corruzione che grazie al web viene catapultato alla guida del Paese – ora che Zelensky è avviato alla presidenza ucraina, in molti si chiedono quali politiche attuerà.

Paragonato a Beppe Grillo, il comico ha sempre tenuto a sottolineare che non è un politico, ma “solo una persona semplice, venuta a rompere questo sistema”. Un attore, a parole anti-establishment, si appresta così a prendere le redini di un Paese prostrato economicamente e ancora in guerra, nelle sue regioni orientali, contro le milizie separatiste, appoggiate da Mosca.

Il futuro presidente ucraino ha già promesso di porre fine alla guerra nell’est del paese, la guerra tra l’esercito ucraino e i separatisti filo-russi che ha già causato la morte di oltre 10.000 persone. Tra le sue prime parole, dopo i risultati, proprio il ringraziamento ai soldati e ai volontari che sono in prima fila nel turbolento Donbass per “proteggere l’Ucraina”.

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