Roma – Chiamatela ‘diplomazia del diritto’. O se preferite giuristi per lo sviluppo, sinonimo di collaborazione e scambi che diventano opportunità. È la prospettiva di un’iniziativa di formazione che porterà dal 19 giugno per tre settimane a Roma giudici, avvocati dello Stato ed estensori di testi legislativi provenienti da 17 Paesi dell’Africa.
Dal 19 giugno nella sede di via Panisperna
A organizzare le sessioni è Unidroit, l’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato, realtà multilaterale nata nella capitale italiana nel 1926 con a oggi 65 Stati membri in cinque continenti. “Abbiamo selezionato l’Africa per un master non rivolto a giovani che hanno appena concluso gli studi bensì a persone che lavorano già nelle amministrazioni, che arriveranno a Roma dopo un primo modulo online della durata di due settimane” spiega Maria Chiara Malaguti, la presidente di Unidroit, ordinario di Diritto internazionale presso l’Università cattolica Sacro Cuore. “Vogliamo sensibilizzare il continente rispetto alla possibilità di unificare il diritto avvicinando gli strumenti giuridici: l’obiettivo non è rendere uguale o standardizzare ma ammodernare e rendere i sistemi compatibili e comunicanti tra loro”.
Prospettiva di sostenibilità
La tesi è che, tra il 19 giugno e il 7 luglio, nella sede di via Panisperna 28, nelle sale che affacciano in villa Aldobrandini, si porranno basi concrete in una prospettiva di sostenibilità. “Per noi un Paese si sviluppa se ha una normativa che sia moderna e compatibile con i Paesi che ha accanto e con i quali vuole commerciare” osserva Malaguti. “E attenzione: questa comunicazione non deve avvenire solo nei confronti degli Stati occidentali ma all’interno del continente stesso, anche attraverso organizzazioni regionali come l’Unione Africana“.
22 giuristi dall’Algeria alla Tanzania, dal Malawi alla Mauritania
All’iniziativa, denominata ‘International Program for Law and Development’, giunta al secondo anno e diretta da Marco Nicoli, parteciperanno a Roma 22 giuristi scelti con una selezione per titoli e candidature. Le provenienze abbracciano tutto il continente, dall’Algeria al Sudafrica, dalla Nigeria alla Somalia, dalla Mauritania alla Tanzania, dall’Egitto al Malawi.
“In evidenza ci saranno anche gli strumenti per l’accesso al credito e alla finanza” riprende Malaguti. “Abbiamo trattati internazionali che riguardano le garanzie fondamentali per il finanziamento delle infrastrutture, dei macchinari o delle opere di grandi dimensioni; ci sono poi gli strumenti per l’agricoltura, al servizio delle comunità locali, per far sì che le loro produzioni possano partecipare alle ‘supply chain‘ internazionali”.
Gli altri appuntamenti per il 2023
Temi e opportunità, queste, che potranno essere approfondite nel 2023 anche attraverso appuntamenti a distanza, dall’Algeria, dal Camerun, dalla Tanzania o dal Kenya, grazie al coinvolgimento di partecipanti ai corsi dell’edizione dello scorso anno.
Come finanziare le buone idee
C’è poi un punto fermo, iscritto nel dna di un’organizzazione multilaterale come Unidroit: lo scambio è su più direttrici e in entrambe le direzioni. Malaguti lo sottolinea accennando a una convenzione che riguarda il rimpatrio dei beni culturali portati all’estero in modo illecito. “Dai Paesi africani abbiamo avuto un contributo fondamentale a partire da un forte interesse su questo tema” sottolinea la presidente. “Poi c’è il comparto innovazione, quello delle startup e delle nuove tecnologie, in forte crescita: dall’Africa arrivano spunti che valgono per tutti i Paesi del mondo e per la stessa cooperazione internazionale, che entra in gioco quando qualcuno ha un’ottima idea e deve però avere la possibilità di finanziarla e realizzarla”.