La più alta corte del New Hampshire, nel nordest degli Stati Uniti, ha confermato la condanna di tre donne che erano state arrestate per essere rimaste in topless su una spiaggia. I giudici hanno stabilito che i loro diritti costituzionali non erano stati violati, decretando così una battuta d’arresto della campagna globale “Free the nipple” contro la censura del capezzolo femminile.
Le tre imputate, Heidi Lilley, Kia Sinclair e Ginger Pierro, attiviste della campagna Free the Nipple, erano state arrestate nel 2016 perché in topless su una spiaggia di Laconia. Si erano rifiutate di coprirsi nonostante gli altri bagnanti si fossero lamentati. L’ordinanza della città di Laconia sugli atti osceni in luogo pubblico vieta il sesso e il nudismo e, in particolare, impone di coprire i capezzoli femminili. Le tre avevano fatto ricorso contro il giudice di primo grado che aveva rifiutato di archiviare il caso ritenendo l’ordinanza incostituzionale in quanto discriminerebbe le donne.
I giudici della Corte suprema del New Hampshire – scrive il Guardian – hanno però confermato (3 a 2) che la legge non discrimina sulla base del genere e non viola il diritto delle donne alla libertà d’espressione. Citando le sentenze di diversi altri tribunali, la giudice Anna Barbara Hantz Marconi ha scritto che i tribunali “in genere hanno sostenuto leggi che proibiscono alle donne ma non agli uomini di esporre il loro seno in protesta per la parita'”. “Abbiamo constatato che l’ordinanza non viola i diritti costituzionali delle imputate alla pari tutela o libertà di parola ai sensi delle Costituzioni federali e statali”, ha scritto Marconi.
“Siamo estremamente delusi dalla sentenza della Corte secondo cui il trattamento delle donne in modo diverso rispetto agli uomini non equivale a discriminazione sessuale. La corte ha in sostanza reso un crimine l’essere donna”, ha affermato in una nota l’avvocato delle tre ragazze, Dan Hynes. “Dal momento che la costituzione del New Hampshire, che proibisce la discriminazione sessuale, non è stata sufficiente a prevenire la disparità e l’ingiusto trattamento, siamo fiduciosi che i legislatori del New Hampshire si impegneranno a correggere questa ingiustizia mettendo fuorilegge l’ordinanza di Laconia”.
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