(ANSAmed) – SARAJEVO, 06 APR – Circa duemila persone e
centinaia di automobili hanno manifestato oggi nel centro di
Sarajevo, con lo slogan “Lotta per la vita”, chiedendo le
dimissioni dei massimi dirigenti bosniaci che a tutt’oggi a loro
dire non hanno fatto nulla per assicurare alla popolazione
vaccini anti covid-19.
Dopo aver sostato davanti al Parlamento, il corteo dei
manifestanti si è fermato davanti alla sede del governo della
Federazione (Fbh, entità a maggioranza croato musulmana di
Bosnia), che non è cambiato dopo le elezioni del 2018 per
mancanza di accordi tra le forze politiche. Sono stati scanditi
slogan con la richiesta di dimissioni sia dell’intero governo
centrale che dell’attuale esecutivo della Fbh, e in particolare
del premier Fadil Novalic. Quest’ultimo è attualmente sotto
processo per aver partecipato all’acquisto di 100 respiratori
dalla Cina risultati mal funzionanti e che avrebbero causato il
decesso di diversi pazienti.
La mancanza di vaccini e lo scandalo respiratori hanno
provocato forte malcontento popolare, soprattutto dopo la
pubblicazione di un documento in cui un gruppo di medici di
terapia intensiva avverte contro i respiratori in questione,
usati nel Centro clinico di Sarajevo. Sebija Izetbegovic,
direttrice del Centro clinico e moglie del leader dell’Sda (il
maggior partito musulmano), afferma tuttavia che i respiratori
funzionano correttamente. Nei giorni scorsi in
Bosnia-Erzegovina,al pari degli altri Paesi dei Balcani
occidentali, sono giunte le prime forniture di vaccino
nell’ambito del programma internazionale Covax, per un totale di
circa 50 mila dosi AstraZeneca e Pfizer-BioNTech. La
Bosnia-Erzegovina ha circa 3,5 milioni di abitanti. Migliaia di
cittadini bosniaci, macedoni, montenegrini, albanesi e kosovari
hanno potuto vaccinarsi a Belgrado nell’ultimo fine settimana di
marzo, grazie a forniture di vaccino messe a disposizione dei
Paesi vicini dalla Serbia. (ANSAmed).
Fonte Ansa.it