Yuri CORTEZ / AFP
Nicolas Maduro
ll presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha dichiarato – davanti ai manifestanti a Caracas – che “il colpo di Stato è fallito”. “Abbiamo vinto noi, con la pace”, ha aggiunto confermando la lealtà delle forze armate in una giornata che ha visto sia lui che il suo oppositore, il presidente dell’Assemblea Nazionale autoproclamatosi presidente, Juan Guaidó, rivolgersi alle rispettive piazze.
“Confermo il mio sostegno al dialogo proposto da Messico, Uruguay, Caraibi e Bolivia” ha dichiarato durante il suo comizio in piazza il leader chavista che ha accusato poi il vice presidente americano, Mike Pence. “Se il governo degli Stati Uniti è contrario al dialogo è a favore del colpo di Stato, dell’intervento militare e della guerra”.
Maduro ha inoltre sottolineato che la sua priorità per il 2019 è il “totale recupero dell’economia del Paese”. Ha inoltre accusato che “alla Casa Bianca governa il Ku Klux Klan”. “Ora hanno buttato la maschera ed è venuto fuori il loro volto orribile”, ha affermato osannato da migliaia di sostenitori.
L’apertura a nuove elezioni (parlamentari)
Il presidente ha poi confermato la volontà di anticipare le elezioni legislative già al 2019, rinnovando così l’Assemblea nazionale (il Parlamento). “Noi siamo pronti per le elezioni”, ha dichiarato in piazza Maduro. L’opposizione chiede invece le elezioni presidenziali.
Anche Guaidó si è rivolto in piazza ai suoi sostenitori, annunciando dal palco della mobilitazione a Caracas una nuova manifestazione contro Maduro il 12 febbraio, in occasione della Giornata della gioventù. Guaidó ha invitato i suoi sostenitori a “continuare a manifestare nelle strade” e continua a essere forte del supporto degli Usa, mentre è tramontata una posizione unanime in suo favore da parte della Ue a causa del veto dell’Italia. E proprio la sede dell’Unione Europea a Caracas è stato il punto dove si sono riuniti i cinque cortei che hanno sfilato nella capitale a sostegno di Guaidó. A migliaia, con trombette e bandiere, come i sostenitori di Maduro che, concentrati sulla centralissima Avenida Bolivar, celebravano il ventesimo anniversario dell’arrivo di Chavez alla presidenza
Washington non molla e invita l’esercito venezuelano a unirsi ai ranghi dell’autoproclamato presidente, seguendo l’esempio del generale dell’Aeronautica militare, Francisco Yanez, che ha affermato di non riconoscere piu’ “l’autorità dittatoriale” di Nicolas Maduro. “Gli Stati Uniti chiedono a tutti i membri dell’esercito di seguire l’esempio del generale Yanez e di proteggere i manifestanti pacifici che sostengono la democrazia”, ha twittato John Bolton, il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale.
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