L’industria musicale si scopre tutta “al maschile”
Perché?
Se ne parla in occasione del virtual open class gratuito su “Innovazione, sviluppo sostenibile e gender balance: le sfide di domani”.
E’ dedicato ai giovani che aspirano a diventare professionisti nel settore.
Le donne sono pressoché assenti nell’industria discografica italiana. Lo dice uno studio recente di IMAE sull’analisi delle pubblicazioni musicali dal 1947 ad oggi, includendo il repertorio completo di contenuti artistici musicali pubblicati e registrati in 116 Paesi del mondo tra cui l’Italia; vi è un’enorme forbice tra produzioni maschili – complessivamente 91,85%, e – femminili, appena 8.15%. Le donne non sono cantanti autrici nè cantanti foniche o compositrici e tanto meno occupano livelli manageriali.
Conferma il gender gap il SAE Institute Italia, parte del network globale Navitas (Australia), con 45 anni di storia nella formazione dei creative media e oltre 50 campus in 26 Stati.
SAE Insitute – con sede a Milano dal 1996 – nel 2021, per i 25 anni di attività nel nostro Paese, dedica proprio al Rispetto della diversità un ricco programma di eventi da Aprile a Dicembre.
Diversity is an asset è il nuovo slogan del campus di via Trentacoste dove tuttavia tra gli studenti del corso triennale di primo livello in produzione audio e quelli vocational in electronic e urban music production, volti a fornire competenze tecniche per i ruoli di fonico, assistenti di palco e in studio, backliner e in generale per ruoli
tecnici, la percentuale di giovani studentesse si attesta sotto il 5% annuo.
L’8 Marzo, in occasione della giornata internazionale della donna, una virtual open class gratuita, rivolta ai giovani che aspirano a diventare professionisti del campo, affronterà proprio i temi “Innovazione, sviluppo sostenibile e gender balance: le sfide di domani”.
Intervengono la psicologa Alessandra Micalizzi, PhD in comunicazione e nuove tecnologie e module leader per il corso Information Communication and Professional Practice del Bachelor of Arts in Music Business; Anna Zò, project manager in Music Innovation Hub (MIH) e Docente SAE per i corsi Industry Overview e Information
Communication and Professional Practice nel Bachelor of Arts in Music Business.
L’open class sarà dedicata a tracciare una overview dell’ecosistema musicale italiano, da un punto di vista sia territoriale sia globale, al fine di entrare nel merito delle nuove istanze che si prospettano a partire già da questo nuovo anno. Il valore economico del settore è alto e in crescita. “E lo dimostrano i fondi stanziati dall’Unione Europea – spiega la dott.ssa Micalizzi-. Sfiorano quasi i 2 miliardi, ovvero 400 milioni in più rispetto al periodo precedente (2014-2020). Saranno stanziati però si noti bene, per progetti transfrontalieri che riguardino i media, in tutte le loro declinazioni, sulla base di tre pilastri imprescindibili nella progettazione per il periodo compreso tra il 2021 e il 2027: sostenibilità ambientale, pari opportunità, inclusione”.
Nell’aula virtuale l’attenzione verrà dunque posta sui cambiamenti strutturali sempre più urgenti all’interno della discografia, in parte accelerati dalla crisi congiunturale che ha tagliato trasversalmente tutti i comparti dell’industria della cultura. Si pensi ad esempio alle sfide imposte dalla pandemia che sono diventate occasione per sperimentare nuove pratiche digitali di produzione e di fruizione del prodotto musicale. Per partecipare all’open class è necessario registrarsi qui: https://www.sae.edu/ita/it/open-class-music-business
SAE Institute presenterà anche alcune anticipazioni di una ricerca qualitativa effettuata dal settore ricerca & sviluppo dell’istituto stesso, dedicata proprio al ruolo delle donne nell’industria musicale e in modo particolare in quella discografica. I risultati saranno resi noti ufficialmente a Maggio.