Nel giorno che le Nazioni Unite hanno ribattezzato come Mandela Day, il 18 luglio, l’Ente di Terzo settore OPES ha assegnato il Premio Città di Roma a una delle attrici protagoniste del cambiamento culturale e sociale contemporaneo: “Maki” Mandela, che come suo padre Nelson ha saputo ispirare i cittadini e far propri tutti quei valori che mirano all’integrazione, non solo attraverso le sue parole, ma anche grazie alle opere della Fondazione di famiglia e tramandando alle future generazioni i valori di “Madiba” attraverso linguaggi universali, potenti e comprensibili a tutti. Come la moda, settore in cui è impegnata e dove ultimamente ha lanciato una linea di streetwear per rendere omaggio ai disegni realizzati dal padre Nelson.
Alla premiazione, che si è svolta nel Salone d’Onore del Coni, hanno partecipato anche il Presidente Coni Giovanni Malagò; il Presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli; il Presidente Nazionale di OPES Juri Morico che, consegnando il premio, non ha potuto che sentirsi “un uomo fortunato” perché “incontrare un esempio di affermazione dei diritti civili nel mondo è un privilegio. Parliamo di una donna colta, carismatica e impegnata ogni giorno a proseguire l’opera di suo padre nell’abbattimento delle barriere d’odio e nella costruzione di una società sudafricana più inclusiva ed egualitaria. Tra le sue battaglie, infatti, non bisogna dimentichiamo il contributo all’emancipazione economica delle donne del suo Paese”. Nel corso della cerimonia è stata premiata anche Nosipho Nausca-Jean Ngcaba, Ambasciatrice del Sudafrica.
Nel ricevere il Premio la Mandela ha sottolineato l’importanza della ricorrenza dedicata a suo padre poiché “serve a ricordarci che a livello globale non siamo ancora riusciti a ottenere i risultati sperati. Non siamo ancora riusciti a sconfiggere la guerra, le differenze e il razzismo in tantissimi campi della vita quotidiana e anche nello sport. Questo dovrebbe farci riflettere: cosa vogliamo fare per la pace? Dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre azioni – ha continuato – per capire come cambiare la nostra vita. Non siamo nati odiando: l’odio ci viene insegnato; ma anche l’amore si può insegnare. Perché l’amore, a differenza dell’odio, nasce in maniera naturale. Ne abbiamo visto l’esempio durante la pandemia, quando le persone si sono aiutate l’un l’altra spontaneamente. Questo ci fa capire che se c’è la volontà si possono trovare delle soluzioni nell’aiuto reciproco, per costruire una società migliore in tutte le nazioni e in tutto il mondo”.