Il Palazzetto Bru Zane e i suoi partner propongono il recupero visivo di una delle opere liriche più conosciute e proposte in tutto il mondo: la Carmen di Bizet, con i costumi, la scenografia e la messinscena della sua prima rappresentazione nel 1875.
Dopo la riscoperta del primo Faust di Gounod (2018) e della versione originale della Vie parisienne di Offenbach (2021), l’équipe di ricerca si è confrontata con un titolo assai più popolare, cosa non esattamente consueta per il Palazzetto Bru Zane.
Assistere a Carmen come all’epoca in cui fu rappresentata per la prima volta è l’idea ispiratrice di questo progetto. Per far questo, è stato necessario tornare all’artigianato di un tempo, in particolare alla pittura, pur avvalendosi dei vantaggi della tecnologia moderna. L’équipe del Palazzetto Bru Zane ha collaborato con il Château de Versailles Spectacles e l’Opéra de Rouen Normandie per arrivare a una resa storica impeccabile dei costumi, delle luci, delle scene e della messa in scena affidate rispettivamente a Christian Lacroix, Hervé Gary, Antoine Fontaine e Romain Gilbert.
Diventata gradualmente un punto di riferimento internazionale, quest’opera ha dato origine a una grande varietà di interpretazioni e qualche mitologia: il fiasco della prima e la conseguente morte di Bizet, genio incompreso, appartengono infatti più al folclore che alla realtà storica. La partitura, pur non offrendo molte edizioni alternative, nondimeno oscilla tra le sue due versioni – quella con i recitativi di Ernest Guiraud e quella con i dialoghi parlati – ed è spesso minacciata da tagli, mentre gli allestimenti più radicali hanno stravolto il contenuto iniziale fino al controsenso.
“Con la Carmen è stato fatto di tutto, tranne, forse, il passo più concettuale e inaspettato: ricostruirne oggi, nel 150° anniversario della sua creazione, l’allestimento, i costumi e le scene originali. Questo approccio non equivale a una museificazione, anzi: si tratta proprio di riscoprire la prima giovinezza di Carmen.”
Étienne Jardin, Direttore della ricerca e delle pubblicazioni del Palazzetto Bru Zane
Il revival proposto si basa non solo sulla ricostruzione delle scene realizzate all’Opéra Comique nel 1875, ma più in generale su tutto il materiale d’archivio che permette di immaginare come la Carmen è stata allestita nel mondo negli anni tra la prima parigina e la Prima guerra mondiale. Rappresentata in diverse lingue, la Carmen originale era generalmente cantata con i recitativi di Guiraud, ed è per questo motivo che lo spettacolo proposto a Rouen ha scelto di adottare la versione senza dialoghi. Pertanto, non si assisterà soltanto alla rappresentazione parigina del 3 marzo 1875, ma alla Carmen così come la scoprirono gli spettatori di New York, Vienna, Bruxelles, Stoccolma, Milano e Londra.
“Per far rivivere il primo allestimento del 1875, è stato necessario studiare a fondo una documentazione d’archivio assai ricca e dettagliata” – spiega lo scenografo Antoine Fontaine – “Il mio lavoro di ricostruzione di antiche scenografie mi ha dato l’opportunità di ricreare il linguaggio pittorico delle storiche tele dipinte. Ho potuto così trasporre le incisioni colorate recuperate dalla stampa su telai monumentali dipinti a tempera, disposti a ventaglio nello spazio del palcoscenico, ripristinando anche l’inclinazione del 4% della scena stessa, tradizionale per l’epoca”. Per quanto riguarda l’illuminazione, nel 1875 il palcoscenico era illuminato a gas, quindi a luce calda e ovviamente non esistevano proiettori a illuminare la scena. I cantanti erano truccati pesantemente e comunque dovevano collocarsi il più vicino possibile alla ribalta per essere visibili. “In collaborazione con Hervé Gary, lighting designer di questa produzione – continua Fontaine – abbiamo lavorato con le luci della ribalta ispirandoci agli schizzi scenici di Daumier e Degas e abbiamo collocato pali luminosi a bassa intensità dietro ogni telaio per creare la giusta atmosfera luminosa”.