Cinque giorni di programmazione per cinque sezioni, più di quaranta titoli, sedi diffuse dal centro alla periferia cittadina e iniziative che hanno coinvolto addetti ai lavori, appassionati, architetti, designer e studenti: si è conclusa con un grande successo la 10ª edizione del Milano Design Film Festival, che dal 22 al 26 novembre 2022 ha portato in città il meglio della produzione di film dedicati all’architettura e al design nazionale e internazionale.
Nuova linfa a questa importante edizione del Festival è stata impressa dalla direzione artistica di Cristiana Perrella, critica e curatrice indipendente, affiancata da un team di Guest Curator protagonisti di una nuova sezione del programma, IMMAGINARE, con il compito di ampliare e ridefinire i confini tra il design e altre discipline: il filosofo Emanuele Coccia, l’architetta, ricercatrice e autrice Bianca Felicori e l’architetta e designer franco-iraniana India Mahdavi.
La kermesse che dal 2013 racconta, attraverso il video nelle sue varie forme, le concezioni più contemporanee del design e dell’architettura, ha abitato diversi luoghi della città – Triennale Milano, Anteo Palazzo del Cinema, Cinema Teatro Edi/Barrio’s, Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, Tilane, Biblioteca e centro culturale, Paderno Dugnano, ADI Design Museum – raggiungendo un pubblico più ampio e raccontando il design da nuove prospettive.
Cinque le sezioni di questa edizione rinnovata: Selezione Ufficiale MDFF22 con film internazionali in première italiana; IMMAGINARE, affidata alle proposte dei Guest Curator; Premio AFA – Architecture Film Award; Premio MDFF Student Award e la nuova sezione RADICI, con l’omaggio a Gae Aulenti.
Con oltre quaranta titoli tra film, documentari, corti e lungometraggi, film d’animazione e storie di progettisti di ieri e di oggi, il programma della 10a edizione del Milano Design Film Festival ha raccontato il design non solo attraverso le proiezioni, ma anche con tavole rotonde e talk aperti al pubblico.
Inaugurato martedì 22 novembre con la première assoluta del documentario Sinceramente, Gae, prodotto da Sky Arte, il Festival ha preso il via con una serata-evento nel gremito Salone d’Onore di Triennale Milano alla presenza di Tommaso Sacchi, Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Nina Bassoli, curatrice di Triennale per architettura, rigenerazione urbana e città, e Cristiana Perrella, Direttrice Artistica del Festival, che hanno presentato la nuova edizione per lasciare poi spazio alla proiezione della pellicola dedicata a Gae Aulenti: un omaggio al lavoro di uno dei più grandi nomi del design e dell’architettura italiani e preludio ideale della sezione RADICI del Festival a lei dedicata.
Martedì 22 è iniziato anche presso gli spazi del Barrio’s l’Atelier Alternativo, il laboratorio per bambini del quartiere ideato dall’artista Driant Zeneli a partire dal suo film in programma The Firefly Keeps Flying and the Snake Keeps Growing, 2022. I bambini sono stati invitati a lavorare per due pomeriggi con l’artista e uno specialista di robotica per creare una nuova storia, una favola contemporanea su strani animali, architetture e… plastica usata.
Mercoledì 23 novembre è stata la prima giornata di proiezioni presso Anteo Palazzo del Cinema con i primi tredici film – in concorso e non – presentati da incontri con gli autori. Tra i titoli: Robin Hood Gardens di Adrian Dorschner e Thomas Beyer, Grethe Meyer – The Queen of Danish Design di Isabelle Bernadette Brammer e Palazzo Luce di Alessandra Galletta, che ha registrato il sold-out.
La sera ha preso il via IMMAGINARE, sezione del Festival a cura dei tre guest curator: Emanuele Coccia ha presentato LA MODA FUORI STAGIONE, una serie di riflessioni – con dieci corti – intorno all’abito e alle forme meno visibili della sua esistenza, a metà strada tra moda e arte contemporanea.
Giovedì 24 novembre il Festival si è diviso tra la sede della Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milanoe il Cinema Teatro Edi/Barrio’s. Nella prima sede sono stati presentati, tra gli altri, The Opening di Davide Rapp e M.G. GRASSO CANNIZZO – ANM 2018 Ordinary Re-construction di Andrea Giannone. Il Cinema Teatro Edi/Barrio’s, oltre a proiettare film come Best in the World di Hans Christian Post e The Firefly Keeps Falling and The Snake Keeps Growing di Driant Zeneli, ha fatto da palcoscenico alla rassegna curata da Bianca Felicori all’interno di IMMAGINARE: INFLATABLE, BABY, una raccolta di nuove forme di arte, architettura e design gonfiabili nate tra gli anni Sessanta e Settanta.
L’Anteo Palazzo del Cinema è tornato a essere protagonista venerdì 25 novembre con tante proiezioni tra cui Big Ears Listen With Feet di Bêka & Lemoine e James vs. Wines: The highrise of meanings di Gianluca Vassallo.
Incredibile successo per il film Infinito. L’universo di Luigi Ghirri di Matteo Parisini, che ha registrato un doppio sold-out al botteghino. Venerdì si è svolto anche l’ultimo appuntamento della sezione IMMAGINARE: IRANITÀ, a cura di India Mahdavi, con un focus composto da immagini e film che hanno raccontato l’Iran da una prospettiva intima ma non per questo lontana dall’attualità.
A sottolineare l’intenzione di fare del Festival un’occasione di approfondimento, ricerca e attualizzazione di personalità storicizzate del design e dell’architettura facendone dialogare il lavoro con le pratiche più attuali, sabato 26 novembre ha debuttato RADICI, la nuova sezione dedicata, quest’anno, a Gae Aulenti di cui nel 2022 si celebra il decimo anniversario della scomparsa. Un’intensa mattinata presso Tilane, Biblioteca e centro culturale di Paderno Dugnano – progetto dalla stessa Aulenti – per un incontro sugli aspetti più generativi dell’eredità lasciata dal grande architetto e designer, approfonditi da Nina Artioli, Nina Bassoli, Matilde Cassani, Emilia Giorgi e Sara Ricciardi, con proiezione di materiali inediti dall’Archivio Gae Aulenti.
Durante il pomeriggio del sabato, l’ADI Design Museum è stato il teatro per la cerimonia di premiazione. Per l’MDFF Student Award è Giorgia Bucci, con il suo corto Gravity, ad aggiudicarsi il Premio della Giuria composta da Damiano Gullì, Domitilla Dardi e VEGA che afferma: “la giuria ha deciso di assegnare il premio al corto per la sua originale reinterpretazione delle suggestioni di Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, Esposizione Internazionale di Triennale Milano, e delle tematiche a essa legate. Bucci esplora infatti il tema della gravità, centrale nella mostra, e si ricollega idealmente al lavoro di Jessica Wienne e Jean-Michel Alberola sulle lavagne, offrendo una personale traduzione del rapporto tra scrittura, segno, formula, cancellazione, riformulazione definendo un paesaggio visivo che, nel suo continuo mutare, riflette l’affascinante mobilità del pensiero umano messo a confronto con lo sconosciuto”.
Con 327 voti su oltre 1.100 votanti Weightless di Mattia Dierickx ottiene invece il Premio del Pubblico.
Per il Premio AFA Architecture Film Award, la giuria composta da Elisa Cattaneo, Luca Molinari e Giulia Ricci, per la categoria Architecture’s Film ha premiato Robin Hood Gardens di Adrian Dorschner e Thomas Beyer “per la raffinata qualità filmica, la precisa ricerca sull’edificio e le sue vicende, sia storiche che contemporanee, e per lo sguardo lucido con cui è stato osservato un edificio per molti versi leggendario, simbolo della generazione che, per prima, si è posta l’obiettivo di superare i dogmi del Moderno”.
Per la categoria Studio’s Film, il premio è stato assegnato a The Opening di Davide Rapp, con la seguente motivazione: “Keymaster e Gatekeeper sono le due figure enigmatiche inventate per raccontare gli spazi di Deamicisarchitetti. I due tecnici conducono in un viaggio straniante e quasi onirico, che porta chi guarda a sentirsi attivamente incuriosito e coinvolto nel tentativo di capire le azioni che si susseguono sullo schermo. La giuria ha scelto di premiare The Opening per la qualità filmica e per l’originalità dell’espediente narrativo”.
Menzione Speciale per l’AFA Architecture Film Award va a Big Ears Listen With Feet di Beka & Lemoine: “per l’audacia tecnica della realizzazione e per la capacità di parlare a un pubblico allargato. Lontano dal tentativo di glorificare la figura di Boonserm Premthada, dal film emerge una curiosità dello sguardo unica, trasformata in una narrazione sensibile dell’architetto, del suo modo di percepire e, di conseguenza, di produrre progetto”.