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Marina Tana. Human Forest

© Marina Tana | Marina Tana, Human Forest, Waorani, 2017

Orari: giovedì-ven-sab 16.30 – 19.30; gli altri giorni su appuntamento 3402554947

L’Amazzonia è per tutti il polmone verde della Terra. Pochi si soffermano sul fatto che è un luogo inestricabilmente connesso agli esseri umani che da sempre lo abitano, testimoni diretti della sua unicità e degli stravolgimenti sociali e ambientali che attualmente lo minacciano.
A causa della recente pandemia di Coronavirus, le popolazioni indigene sono ancor più in pericolo, in assenza di adeguate cure sanitarie e mezzi di sostenamento, nel mirino di governi e interessi economici che le sovrastano.

Il progetto Human Forest nasce da un’esperienza di viaggio in solitaria nel cuore dell’Amazzonia (dall’Ecuador al Brasile). Nella remota Zòna Intangible del Parque Nacional Yasuní – creata in Ecuador nel 1999 a protezione  del territorio  di alcuni gruppi indigeni – la  fotografa ha  incontrato nel 2017 i Waorani della comunità di Bameno, che hanno scelto volontariamente  di tornare a vivere nella foresta dopo che nel 1956 erano stati presentati al mondo per la prima volta sulle pagine di LIFE e poi invasivamente civilizzati tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70. Oggi, i Waorani sopravvivono sospesi tra uno stile di vita ancestrale di comunione con la foresta, sempre più compromesso, e una modernità  predatrice, nell’indifferenza del mondo.  
Human Forest mette al centro del racconto le persone, volendo  superare i classici stereotipi sulle popolazioni indigene e dando evidenza all’inscindibilità nella cultura amazzonica del rapporto  tra esseri umani e foresta. Un invito alla riflessione sul senso profondo del limite e della condizione umana. “Waorani significa Umani. E’ da qui che credo si debba tutti ripartire”.

Nata a Pavia nel 1979, si laurea in Ingegneria e si trasferisce a Roma, lavorando come manager nel settore della tecnologia e dell’innovazione in contesti internazionali.
Appassionata viaggiatrice, studiosa di filosofia e autrice di racconti di viaggio, nel 2014 inizia inaspettatamente a viaggiare  da sola, avvicinandosi alla Fotografia  come ulteriore  spazio di riflessione, elaborazione  e ricerca personale, come sguardo  potenziato  in grado  di creare un contatto  intimo  tra la viaggiatrice  e l’ambiente naturale e umano circostante. I suoi viaggi nascono dal desiderio di osservare come esseri umani e territorio  si sono  influenzati  reciprocamente   nel  tempo,  sviluppando  una molteplicità di  intrecci  culturali,  spirituali  e ambientali. Ha frequentato  un laboratorio  di Fotografia  con Sara Lando e un corso sulla decolonializzazione dell’Arte presso il Node Center di Berlino.
Nel  2017  intraprende   in  solitaria  un  viaggio   avventuroso  con  l’intenzione   di  attraversare  l’Amazzonia, dall’Ecuador al Brasile seguendo il corso dei suoi fiumi principali, attratta dal richiamo mitizzato della vastità e impenetrabilità geografica, dalla straordinaria ricchezza naturale e antropologica, dal fascino misterioso della cosmovisione delle sue popolazioni.  Il viaggio  si è trasformato in un’esperienza umana di incommensurabile valore, grazie soprattutto all’incontro con la comunità indigena Waorani di Bameno.
 
MOSTRE
2020 – Human Forest, Color Café, Bassano del Grappa [febbraio]
2020 – Human Forest, Galleria al 142, Milano [ottobre]

Inaugurazione giovedì 15 ottobre 2020 ore 18.30 – 21.00

Fonte

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