“Ulisse, il navigatore per eccellenza, che ha dato il nome all’Odissea di ognuno, veniva da un’isola piena di capre. Domenica accogliamo nella nostra Itaca una piccola isola che si è fatta capitale della cultura: Procida. A dimostrazione che isolitudine non vuol dire isolamento”.
Così Vinicio Capossela anticipa alcuni dei temi che domenica 29 agosto, alle 17.30, animeranno a Calitri, in Irpinia, un dialogo con Agostino Riitano, direttore di Procida Capitale italiana della Cultura, tra gli appuntamenti di “Sponz All’Osso – Per un Manifesto delle Aree Interne”, nona edizione del Fest ideato e diretto da Capossela, dal 25 al 29 agosto in Alta Irpinia.
“Con la nomina a Capitale italiana della cultura nel 2022 – commenta Agostino Riitano – l’isola di Procida rappresenta i borghi e le isole di un’Italia considerata minore, incorporando un cambio del paradigma della cultura nel nostro paese, che punti non solo su grandi città d’arte ma anche e soprattutto sullo straordinario patrimonio culturale diffuso nei piccoli centri”.
Sulla scia di un precedente in Sardegna, nel 2007, quando partendo dai riti in Barbagia dialogarono sull’autenticità della cultura, Riitano e Capossela, introdotti da Giuseppe Ariano, direttore di marketing e comunicazione Scabec, discuteranno del tema “La cultura non isola”, claim del programma culturale di Procida 2022, e della sfida delle aree interne.
“Ero e sono convinto che il concetto di ‘minore’ contenga il senso della profezia e che la vittoria di Procida abbia anticipato il cambiamento delle politiche culturali del Paese. – spiega ancora Riitano – Procida è un laboratorio in costante evoluzione, al cui interno si sono sperimentate pratiche di valorizzazione del patrimonio culturale in contesti comunitari, generando spesso delle vere e proprie esperienze di nuova cittadinanza. In questo grande laboratorio, quello che siamo solitamente abituati a considerare minore, piccolo, marginale – come un’isola, appunto, una delle 27 isole minori d’Italia – abbiamo visto la profezia di un futuro possibile, di un cambiamento. Noi ci auguriamo – ma in fondo ne siamo convinti – che possa essere solo l’inizio per poter ripensare la geografia delle politiche culturali italiane. Il modello della monocultura turistica, dei grandi centri storici, il fallimento dell’investimento a tratti esclusivamente sulle grandi città d’arte ci deve far pensare che in realtà la ripartenza del mondo culturale deve essere policentrica, diffusa, partendo proprio da quelle dimensioni culturali in grado di garantire anche una prossimità, tra l’universo culturale e la cittadinanza, tra la cittadinanza e l’ospite, tra l’ospite e un ciclo virtuoso”.
Programmato e sostenuto dalla Regione Campania attraverso Scabec – Società Campana Beni Culturali, lo Sponz Fest è prodotto dall’Associazione Sponziamoci, La Cupa e International Music and Arts (IMARTS) e ha ottenuto la prestigiosa certificazione ECOEVENTS avallata da Legambiente.