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Van Gogh. I colori della vita

Vincent van Gogh, Il seminatore, 1888. Otterlo, Kröller-Müller Museum

Comunicato Stampa:
Marco Goldin, a partire dal 2002, ha contribuito in modo determinante ad approfondire in Italia la figura e l’opera di Vincent van Gogh. Principalmente con diverse, ampie esposizioni ma anche con alcuni spettacoli teatrali dedicati alla vita e al lavoro dell’artista olandese. Sempre grazie a una ramificata collaborazione con i musei di tutto il mondo, tale da consentire di far giungere in Italia molte tra le opere significative di Van Gogh. Tra l’altro, Linea d’ombra ha offerto la propria collaborazione al Van Gogh Museum di Amsterdam per il grande progetto dedicato alla pubblicazione di tutto l’epistolario.

Nel 2002/2003, con la mostra svoltasi a Treviso nella Casa dei Carraresi (L’impressionismo e l’età di van Gogh), è stato studiato specialmente il rapporto tra Van Gogh e la pittura impressionista. È stata anche la prima occasione nella quale giunsero a Linea d’ombra prestiti da parte del Van Gogh Museum e del Kröller-Müller Museum di Otterlo, che da soli detengono la metà delle opere di Vincent.

Nel 2005/2006, con la mostra svoltasi a Brescia nel Museo di Santa Giulia (Gauguin/Van Gogh. L’avventura del colore nuovo), a essere studiata fu specialmente la straordinaria novità cromatica portata da Van Gogh nella storia dell’arte, anche nella sua relazione con Gauguin.

Nel 2008/2009, con la mostra svoltasi ancora a Brescia nel Museo di Santa Giulia (Van Gogh, disegni e dipinti), lo studio cadde sul caso del collezionismo legato alla figura di Helene Kröller-Müller, con una scelta di opere dal museo a lei intitolato.
Nel 2011/2012, con la mostra svoltasi a Genova nel Palazzo Ducale (Van Gogh e il viaggio di Gauguin), è stato studiato, grazie anche all’eccezionale arrivo dal Museum of Fine Arts di Boston del dipinto di Gauguin Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, il senso del viaggio come moto non soltanto fisico ma ancor di più interiore, nell’opera di Van Gogh. Nella relazione non solo con Gauguin ma anche rievocando le figure di artisti che l’hanno preceduto e che gli sono succeduti.
Infine, nel 2017/2018, con la mostra svoltasi a Vicenza nella Basilica Palladiana (Van Gogh. Tra il grano e il cielo), al centro è stata collocata l’opera di Van Gogh dal punto di vista spirituale, facendo ampio ricorso alla rilettura di tutte le sue lettere, anche con una forte attenzione alla sua attività di disegnatore e al periodo della sua formazione, ancor prima dell’inizio della sua attività di artista.

Di tutte queste esposizioni Marco Goldin è stato il curatore e molto spesso ha scritto libri interi sui temi a esse connessi, che così ne sono diventati i relativi cataloghi. Dal 2005 poi, sono stati diversi gli spettacoli teatrali che ha portato su alcuni tra i più prestigiosi palcoscenici italiani per raccontare la figura di Vincent van Gogh. Ultimo quello partito a metà novembre 2018, dedicato al passaggio dall’impressionismo alla pittura del post
impressionismo in Van Gogh e Gauguin. Questo in seguito alla pubblicazione del suo primo romanzo, in libreria sempre dallo scorso novembre, I colori delle stelle. L’avventura di Van Gogh e Gauguin, che racconta, appunto in forma di romanzo, la storia dell’amicizia tra Vincent e Paul.

Ora, nel biennio (2020/2022) che ruota attorno al 2021 che rappresenta il traguardo dei venticinque anni di esistenza di Linea d’ombra, si è pensato di realizzare una mostra con un taglio diverso rispetto alle cinque appena ricordate. Van Gogh. I colori della vita, intende ripercorrere l’intero cammino della sua attività, concentrandosi sui principali punti di snodo di quel cammino. I luoghi che lo hanno visto diventare il pittore che tutti conosciamo, grazie proprio a quei luoghi medesimi, al fascino che hanno esercitato su di lui, alla loro storia che si è incisa nella sua storia. Verrà precisamente analizzato il rapporto tra l’esterno della natura, e talvolta delle città, e l’interno dell’uomo e del pittore. Per comprendere il motivo per cui sia stata così rapida l’evoluzione dell’artista e perché sia stata necessitata e indotta dall’aver vissuto in determinati posti, prima in Belgio e Olanda e poi in Francia.

I quadri, e anche i disegni, rappresenteranno proprio questo percorso, in una sorta di itinerario che terrà insieme l’esigenza del vedere fisico e quella dello sprofondamento interiore. Il Brabante sarà quindi il luogo di elezione di tutta la prima fase della mostra, con specifica attenzione sì ai paesaggi ma molto anche alle figure che hanno caratterizzato questa parte inaugurale della vita artistica: dunque i contadini e i tessitori a Nuenen, ma prima ancora i contadini a Etten e nei dintorni dell’Aia, gli anziani nell’ospizio dell’Aia, le figure famigliari. Assieme all’affermarsi di una natura che poco per volta, e in anticipo su quanto avverrà in Provenza, comincia ad assumere un ruolo determinante nel farci riconoscere l’immagine del pittore in quella stessa natura.

Così la seconda parte dell’esposizione, da Parigi a Auvers-sur-Oise, avrà al suo centro il paesaggio, quell’afflato misterioso che ha fatto diventare l’aria, la luce e soprattutto il colore il segno dell’uomo Van Gogh sulla terra. Il segno che si è incarnato negli autoritratti ed è per questo che la mostra ne comprenderà, tra i quali quello, celeberrimo, con il cappello di feltro, prestito eccezionale del Van Gogh Museum, quale segno di riconoscimento nei confronti del lavoro che Linea d’ombra ha svolto sul pittore in tanti anni. Così come dovrà trovare testimonianza nelle figure che hanno accompagnato la vita di Van Gogh, dai Roulin ai Ginoux. In questo modo Arles si intreccerà con loro, così come Saint-Rémy e Auvers saranno principalmente natura. L’ambizione della mostra – forte di un centinaio di opere tra dipinti e disegni e che si fa grazie alla decisiva collaborazione del Van Gogh Museum e del Kröller- Müller Museum oltre che di molti altri musei nel mondo, sia americani sia europei – sarà quella di accompagnare il visitatore a incontrare Vincent a ogni svolta della sua strada, senza escluderne alcuna.

Fonte

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