Nei 15 anni di attività di FondItalia, la Lombardia si è dimostrata tra le regioni italiane dove l’attenzione alla formazione continua dei lavoratori è stata intrapresa, dalle aziende del territorio, con costanza e partecipazione. Da luglio 2009 – primo mese in cui è stato possibile effettuare l’adesione al Fondo –, infatti, sono state 16.147 le imprese lombarde che hanno aderito a FondItalia per un totale di oltre 140mila lavoratori, con una percentuale pari al 16% dei lavoratori e l’11% delle aziende aderenti a FondItalia.
È quanto emerge dai dati del Rapporto FondItalia 2024, redatto e pubblicato con cadenza biennale dal Fondo, per presentare le attività svolte dal Fondo in relazione all’andamento della formazione continua nel nostro Paese e presentato ieri mattina nella Sala Vitman dell’Acquario Civico di Milano durante la seconda tappa del roadshow organizzato da FederTerziario Lombardia in collaborazione con UGL Milano e promosso dal FondItalia.
«Il 67% delle imprese lombarde non aveva aderito ad altri Fondi prima di aderire a FondItalia. Più della metà delle micro e piccole imprese aderenti ha realizzato, grazie al contributo del Fondo, percorsi formativi a beneficio dei propri dipendenti – ha sottolineato il Direttore del Fondo Egidio Sangue nel corso della presentazione dei dati regionali-. È con soddisfazione che costatiamo la capacità dimostrata da FondItalia nel saper intercettare le esigenze del tessuto produttivo delle micro e piccole imprese e nel poter garantire, attraverso il finanziamento delle attività formative, la valorizzazione del capitale umano a disposizione a sostegno della propria competitività. Il calo demografico che stiamo vivendo –ha aggiunto Sangue– che aggraverà nel futuro prossimo la già preoccupante scarsità di forza lavoro nel nostro paese, nonché i processi di transizione ecologica e digitale in corso che rischiano di rendere obsolescenti le competenze dei lavoratori in molti comparti, impongono un impegno serio e strutturato sull’aggiornamento delle competenze dei lavoratori, per riqualificare il capitale umano e non disperderne le capacità. La questione dell’aggiornamento delle competenze deve necessariamente coinvolgere anche i datori di lavoro, perché sono loro che guidano le aziende e come tali devono poter essere costantemente aggiornati. Ormai da qualche tempo, fra le proposte formulate da FondItalia, c’è quella di inserire nei percorsi di formazione finanziata anche gli imprenditori. Presentare il Rapporto 2024 sui territori – conclude il Direttore di FondItalia – è per noi un’enorme opportunità per cogliere più da vicino le esigenze e le particolarità dei tessuti produttivi locali in modo da comprendere quali possono essere i migliori strumenti da mettere a disposizioni delle imprese e dei lavoratori».
Luca Peretti, presidente di FederTerziario Milano, ha sottolineato quanto «la Lombardia sia una comunità importante per FederTerziario per numero di imprese. Da 10 anni – ha continuato -, collaborando con UGL e FondItalia, abbiamo erogato 22 milioni di euro in Lombardia tutti focalizzati per la formazione. Oggi, ci dicono i dati, siamo la seconda regione d’Italia e, nel 2024, cercheremo di tornare a essere la locomotiva d’Italia anche nella formazione». Germano Sessa, vicesegretario UGL Milano, ha parlato della necessità di estendere la formazione aziendale: «La formazione deve essere più estesa tra i lavoratori e l’occasione offerta dei fondi interprofessionali dovrebbe fungere da traino per impiegare risorse economiche disponibili in favore dei lavoratori; il ruolo del sindacato è quello di sensibilizzare gli imprenditori nei confronti delle opportunità che le aziende hanno per professionalizzare la propria forza lavoro». Commentando le evoluzioni di un mercato del lavoro sempre più complesso, Nicola Patrizi, presidente di FederTerziario, ha sottolineato come «la formazione continua sia imprescindibile per i lavoratori attualmente impiegati e anche per i profili futuri da formare, perché solo in questo modo è possibile operare per incidere sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro».
Andando nel dettaglio del Rapporto FondItalia 2024, l’84% delle imprese lombarde che hanno aderito a FondItalia sono “microimprese”, ossia con meno di nove dipendenti (per un totale di oltre 45mila lavoratori) mentre il 14% sono piccole imprese con un numero di dipendenti compresi tra le 10 e le 49 unità (per un totale di oltre 45mila dipendenti). La provincia più rappresentata è quella di Milano con il 35% delle imprese e il 37% dei lavoratori, seguita da Brescia, con il 25% di imprese e il 23% di lavoratori, e Bergamo, con il 16% di imprese e il 15% di lavoratori. Commercio (21%), manifatturiero (17%), servizi di alloggio e ristorazione (13%) e costruzioni (11%) i settori più rappresentati dalle imprese aderenti. Dal 2009, anno di attivazione del primo Sportello di FondItalia per il finanziamento della formazione continua, sono state poco meno del 40% delle imprese e del 60% dei lavoratori lombardi aderenti al Fondo ad aver beneficiato delle risorse per la formazione messe a bando da FondItalia, per un totale di 19 milioni di euro. La provincia che ha maggiormente beneficiato dei contributi è stata quella di Brescia (per il 39%), seguita da quella di Bergamo (23%) e quella di Milano con il 22%.
Al convegno, promosso dal FondItalia e organizzato da FederTerziario Lombardia in collaborazione con UGL Milano, hanno preso parte anche le rappresentanze istituzionali del Comune di Milano, con il consigliere Francesco Rocca, del Consiglio Regionale della Lombardia, con la consigliera Chiara Valcepina, e l’eurodeputato Carlo Fidanza.
«La mia esperienza nell’attività sindacale –ha detto Rocca– mi ha permesso di conoscere molto bene l’importanza dell’attività formativa. Una formazione che deve essere viva, effettuata in loco, più che attraverso i nuovi mezzi di comunicazione, perché in presenza vi è un impatto educativo/formativo decisamente più impattante». Chiara Valcepina, consigliera regionale di Regione Lombardia: «I temi della formazione ci sono molto cari. I dati offerti da FondItalia illustrano in maniera evidente quanto la formazione, nella nostra regione, sia fondamentale. È necessario che la formazione sia intesa come incentivo, stimolo, accompagnamento per le piccole e le microimprese che, anche in Regione Lombardia, sono la spina dorsale della nostra economia che deve essere supportata nell’ottica di salvaguardare la salute, l’ambiente e la sostenibilità». L’eurodeputato Carlo Fidanza ha illustrato i passi verso le transizioni digitali e green intrapresi dall’Unione Europea: «Transizione green e digitale, in questi cinque anni, sono stati al centro dell’impegno europeo per un’Unione sempre più competitiva e sostenibile. Se, da un lato, per la digitalizzazione si è riusciti a fare un percorso condiviso, soprattutto per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale -per la quale abbiamo introdotto, per primi nel mondo, delle normative per l’utilizzo di questa innovazione tecnologica mettendo al centro al centro la dimensione umana rispetto alla tecnologia-, dall’altro, sui temi legati all’ambiente e all’ecologia non c’è stata la medesima condivisione e i passi avanti non hanno ottenuto la medesima attenzione. Quello che dobbiamo fare è di riportare le aziende al centro e non pretendere sempre di più in termini di normative e burocrazia. La formazione, in questo contesto, corrisponde a un investimento per il futuro. Le nuove competenze rispecchiano la vera sfida che l’Italia deve affrontare per restare al passo degli altri Paesi, non solo europei».