La devastazione a Cardoso
Siamo nell’anniversario di 23 anni da un evento meteoclimatico eccezionale, che concentrò i suoi maggiori effetti sull’area dell’Alta Versilia lungo il versante occidentali delle Alpi Apuane e, in parte, della Garfagnana nella Lucchesia.
Aveva fatto caldo in quell’inizio giugno del 1996, ma nulla faceva presagire la portata di un tale nubifragio. I danni maggiori si estesero lungo un’area di circa 60 Kmq, comprendente l’alto bacino dei torrenti Serra e Vezza in Versilia e la parte alta del bacino del torrente Turrite di Gallicano in Garfagnana.
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La pioggia iniziò a cadere copiosamente fin dal primo mattino del 19 giugno, raggiungendo nel pomeriggio un valore cumulato di 48 millimetri al pluviometro di Pomezzana (Stazzema), con picchi anche di oltre 150 mm in un’ora.
Il pluviometro di Fornovolasco (Fabbriche di Vergemoli) registrò il suo massimo valore di ben 406 mm alle ore 14:45, prima di bloccarsi, con un picco massimo di 150 mm tra le ore 13 e le ore 14. L’avaria della stazione fu dovuta all’eccezionale intensità della precipitazione.
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Le conseguenze del nubifragio si manifestarono in tutta la loro drammaticità proprio durante il pomeriggio quando le località Cardoso (Stazzema), e Fornovolasco vennero investite dall’onda di piena rispettivamente del torrente Vezza e del torrente Turrite di Gallicano e distrutte.
Gli effetti già di per sé disastrosi delle acque furono ampliati dall’ingente trasporto solido, frutto di una serie di movimenti franosi superficiali evoluti in colate detritiche che, uniti ai prodotti dell’erosione dei rii montani, si incanalarono nell’alveo dei torrenti.
Proseguendo verso valle, il Vezza provocò ingenti danni agli abitati di Ponte Stazzemese e Ruosina (Stazzema), quindi raggiunse ed allagò Seravezza. Raggiunta la pianura, presso la località San Bartolomeo di Pietrasanta, le acque inondarono Pietrasanta, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Montignoso.
Cardoso come appariva il 29 giugno 1996, 10 giorni dopo l’alluvione.
Sul versante della Garfagnana, il torrente Turrite di Gallicano, superato l’abitato di Fornovolasco, raggiunse l’invaso artificiale di Trombacco che, quasi vuoto per manutenzione, fu in grado di accogliere gran parte dell’onda di piena e detriti salvando il centro di Gallicano situato più a valle.
Complessivamente si registrarono 4500 sfollati e quattordici morti: dodici nella sola Cardoso, di cui uno mai più ritrovato, una persona nella zona di Pietrasanta e un’altra a Fornovolasco. Alcuni giorni dopo l’evento, un funzionario della Regione Toscana perse la vita durante un sopralluogo precipitando in un canalone.
Per ulteriori approfondimenti sull’eccezionale alluvione, vi consigliamo la lettura del seguente articolo, distribuito in più capitoli.
Pubblicato da Mauro Meloni