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ALLUVIONE storica in Lombardia. Luglio mese a rischio meteo estremo

La recente alluvione di Palermo, evento imprevedibile e senza precedenti in questo periodo, pone all’attenzione il fatto che anche in piena estate possono verificarsi eventi di meteo avverso particolarmente potenti, tali da causare danni e tragedie.

Risale ad  oltre trent’anni una sconvolgente alluvione, preceduta da bel tempo estivo, con afa moderata. A Milano Linate la temperatura raggiunse i 32,6°C. Un valore che oggi ci fa sorridere, se si pensa come oggigiorno si raggiungono con molta facilità valori di 35°C e oltre.

A seguito di questo periodo di alta pressione, una forte perturbazione oceanica, con associata aria d’estrazione artica, raggiunse il Nord Italia, presentandosi, come sovente succede, foriera di piogge intense nella regione alpina e prealpina, e marginalmente nelle alte pianure lombarde.

Pioggia da record per vari giorni

Le piogge temporalesche ben presto assunsero intensità torrenziale in Canton Ticino, per portarsi in Valtellina, dove in 3 giorni caddero oltre 400 millimetri. Nel frattempo, potenti temporali con piogge di entità monsonica si ebbero in tutta l’area alpina e prealpina. Cadde una forte pioggia anche sui ghiacciai.

Da lì a poco si scatenò il delirio. Il maltempo lascio un segno indelebile in tutta la Valtellina, dove si ebbero crolli, esondazioni diffuse di corsi d’acqua, frane, smottamenti con ripercussioni sino a tutto fine luglio. Il bilancio finale dell’ondata eccezionale di maltempo alluvionale fu di 53 morti.

Il 18 luglio alle 17:30 nel paese di Tartano (Sondrio) un’enorme massa d’acqua e fango andò a riversarsi come una furia su un condominio e poi su un Hotel. Le vittime di questo evento furono 11. Poi fu la volta anche di Sondrio.

Il capoluogo della Valtellina da più parti venne inondato dai vari corsi d’acqua. Furono ingenti i danni. La città era assediata dall’acqua, ma a seguito delle fortissime piogge il suolo era instabile e favorevole a grossi smottamenti.

Frana dopo 10 giorni

Alle 7:23 del 28 luglio una frana di ingenti dimensioni si staccò dal monte Zandila con quaranta milioni di metri cubi che piombano a valle ad una velocità di 400 km/h. Furono travolti i centri abitati di Sant’Antonio Morignone e Aquilone.

Fortunatamente i paesi erano stati evacuati precedentemente e ciò salvò la maggior parte della popolazione. Ma il peggio fu imprevedibile: lo spostamento d’aria generato dalla frana risalì per alcune centinaia di metri la sponda opposta della montagna e uccise 35 persone.

La situazione dopo la grande frana era in evoluzione perché la grande quantità di terra e fango sbarrarono un corso d’acqua e si formò un lago artificiale che minacciava di essere colpito da altre frane. Si temette un nuovo Vajont, con un’onda d’acqua verso la valle, che avrebbe potuto travolgere migliaia di abitazioni.

Inondate altre valli lombarde

Il maltempo e i disastri non furono limitati alla sola Valtellina, che è la maggiore delle valli alpine lombarde, ma patì danni e vittime anche in Val Brembana, dove il 18 luglio 1987 il fiume Brembo esondò rovinosamente, travolgendo la bassa valle. Ma furono ingenti i danni anche in alta Valle. I morti furono 5 in questo caso.

L’evento alluvionale colpì anche altre valli lombarde, ma non si ebbero fortunatamente vittime. Secondo gli scienziati, i tempi di ritorno di eventi come quello sono abbastanza ampi, ma situazioni analoghe a quelle del Luglio 1987 potrebbero avvenire con una frequenza maggiore rispetto al passato.

Estate 2019

Piogge torrenziali, a più riprese durante la scorsa Estate, si sono avuti tra la Valtellina occidentale, ed una vallata meno nota, la Valsassina, un’area a nord di Lecco, ad est del Lago di Como. I temporali con piogge alluvionali devastarono più volte vari centri urbani. E solo per una casualità non ci furono vittime.

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