Sono trascorsi 25 anni da un evento meteo climatico straordinario, fra i più gravi dopo il 1966, che concentrò i suoi maggiori effetti sull’area dell’Alta Versilia lungo il versante occidentale delle Alpi Apuane e, in parte, della Garfagnana nella Lucchesia.
Aveva fatto caldo nella prima parte di giugno del 1996, ma nulla faceva presagire la portata di un tale nubifragio. I danni maggiori si estesero lungo un’area di circa 60 Kmq. Tale area inglobava l’alto bacino dei torrenti Serra e Vezza in Versilia e la parte alta del bacino del torrente Turrite di Gallicano in Garfagnana.
La pioggia iniziò a cadere copiosamente fin dal primo mattino del 19 giugno, raggiungendo nel pomeriggio un valore cumulato di 480 millimetri al pluviometro di Pomezzana (Stazzema), con picchi anche di oltre 150 mm in un’ora.
Il pluviometro di Fornovolasco (Fabbriche di Vergemoli) registrò il suo massimo valore di ben 406 mm alle ore 14:45, prima di bloccarsi, con un picco massimo di 150 mm tra le ore 13 e le ore 14. L’intensità della precipitazione mandò in avaria la stazione meteo.
L’arrivo impetuoso delle piene dopo le piogge record
Le conseguenze del nubifragio si manifestarono in tutta la loro drammaticità proprio durante il pomeriggio, quando l’onda di piena del torrente Vezza e del torrente Turrite di Gallicano investì in maniera distruttiva le località Cardoso (Stazzema) e Fornovolasco.
L’ingente trasporto solido ampliò gli effetti già di per sé disastrosi delle acque. Una serie di movimenti franosi superficiali crearono ampie colate detritiche. Queste colate, unite ai prodotti dell’erosione dei rii montani, si incanalarono nell’alveo dei torrenti.
Proseguendo verso valle, il Vezza provocò ingenti danni agli abitati di Ponte Stazzemese e Ruosina (Stazzema), quindi raggiunse ed allagò Seravezza. Raggiunta la pianura, presso la località San Bartolomeo di Pietrasanta, le acque inondarono Pietrasanta, Marina di Pietrasanta, Forte dei Marmi e Montignoso.
Sul versante della Garfagnana, il torrente Turrite di Gallicano, superato l’abitato di Fornovolasco, raggiunse l’invaso artificiale di Trombacco che, quasi vuoto per manutenzione, fu in grado di accogliere gran parte dell’onda di piena e detriti salvando il centro di Gallicano situato più a valle.
Complessivamente si registrarono 4500 sfollati e quattordici morti: dodici nella sola Cardoso, di cui uno mai più ritrovato, una persona nella zona di Pietrasanta e un’altra a Fornovolasco. Alcuni giorni dopo l’evento, un funzionario della Regione Toscana perse la vita durante un sopralluogo precipitando in un canalone.
Ci sono stati diversi eventi per ricordare quel tragico evento, vista la ricorrenza di un quarto di secolo. L’amministrazione di Pietrasanta ha deposto alla Scuola Primaria Alessio Ricci in località Pollino una corona a ricordo del bambino scomparso nell’alluvione.
Per ulteriori approfondimenti sull’eccezionale alluvione, vi consigliamo la lettura del seguente articolo. Ora a Cardoso non ci sono case sul greto dei torrenti, gli alvei sono allargati. Altre opere sono state realizzate per cercare di smorzare eventuali onde di piena paragonabili a quella del 1996.