Sentiamo spesso parlare di anomalie termiche oceaniche, siano esse riferibili all’Atlantico siano esse riferibili al Pacifico. In generale stiamo parlando di un elemento, appunto le temperature delle acque oceaniche, che può andare a influenzare la circolazione atmosferica dell’intero pianeta.
Prendete, ad esempio, il Pacifico. Il riscaldamento o il raffreddamento delle acque tropicali ed equatoriali conduce ai fenomeni di El Nino (riscaldamento) e La Nina (raffreddamento). Tema tra l’altro di strettissima attualità perché, a quanto pare, nell’imminente Inverno avremo a che fare proprio con La Nina (chi volesse approfondire l’argomento troverà un articolo realizzato ieri).
Nel caso del Pacifico le anomalie influiscono sulla cosiddetta convezione tropicale, a sua volta condizionante la circolazione atmosferica fin verso il nord America. Per quanto riguarda l’Europa possiamo parlare di effetti “secondari”, più o meno consistenti a seconda dell’intensità delle anomalie registrate.
Noi, ovviamente, teniamo sott’occhio quelle che sono le anomalie termiche delle acque superficiali dell’Oceano Atlantico. Ricordiamoci che il jet stream tende ad aggirare in senso antiorario le zone oceaniche più fredde, in senso orario quelle più calde. Tuttavia sappiate che tale influenza avviene esclusivamente laddove le correnti d’alta quota transitano al di sopra di aree oceaniche che presentano tali anomalie. Questo per dire che acque più fredde o più calde del normale non hanno la pretesa di pilotare l’andamento del getto.
Ovvio però che laddove abbiamo anomalie negative possiamo assistere alla nascita di aree depressionarie, viceversa laddove le anomalie acquisiscono segno positivo possiamo registrare la nascita di alte pressioni. E’ per questo motivo che osservare, nelle prossime settimane, anche la disposizione delle anomalie termiche atlantiche potrebbe fornirci qualche indizio su cosa aspettarci in termini di evoluzione meteo climatica mensile.