E’ la pressione atmosferica che guida le condizioni meteo climatiche. L’atmosfera, si sa, è un sistema dinamico e in quanto tale è costantemente in movimento. E’ sempre alla ricerca del perfetto equilibrio, che a sua volta viene “sbilanciato” dalle grandi differenze di temperatura del pianeta, in particolare dal forte gradiente termico tra l’equatore e le regioni polari.
Queste differenze di temperatura possono causare grandi variazioni di pressione. Il gradiente barico, o di pressione appunto, si traduce nel vento ovvero nell’elemento principale che serve a correggere questi squilibri di pressione. Ma perché tutto questo discorso? Beh, semplice, perché ultimamente stiamo registrando degli squilibri pazzeschi tra il Circolo Polare Artico e le altre aree dell’emisfero settentrionale.
Attualmente siamo in presenza di un sistema di bassa pressione sopra il Polo Nord, tale sistema va a scontrarsi con una potentissima alta pressione collocata in Siberia. L’enorme gradiente barico, lo avrete intuito, si traduce in venti talmente forti e persistenti che possono trasportare una grande massa d’aria in un tempo molto breve. Nella maggior parte dei casi, la massa d’aria si muove troppo velocemente per adeguare la sua temperatura all’ambiente circostante, il che significa perdere o guadagnare calore.
Semplificando, ciò significa che grandi masse d’aria possono essere rapidamente sostituite o trasportate senza cambiamenti immediati di temperatura o altre proprietà. In questi casi si parla di “avvezione”.
Guardando le anomalie di temperatura per gennaio, possiamo affermare che la regione artica è letteralmente in “fiamme”: nella regione del mare di Kara, ad esempio, si stanno registrando temperature di oltre 20°C al di sopra della norma. Ovviamente si parla di temperature prossime allo zero o poco superiori, ma teniamo conto che da quelle parti il termometro dovrebbe essere abbondantemente sotto zero.
A questo punto dobbiamo citare, per forza di cose, le anomalie di segno opposto che stanno coinvolgendo ampie aree del continente asiatico, la Siberia ed anche l’Europa centro occidentale. La nostra attenzione è rivolta soprattutto al gelo siberiano, perché come vedremo in altra sede potrebbe iniziare a puntare decisamente verso ovest.