Mentre l’ondata di gelo sta interessando la parte orientale dell’Europa, portando giù i termometri a valori che non si registravano da qualche anno, ma con temperature ben distanti da essere neppure appena eccezionali, il meteo a medio e lungo termine propone dei cambiamenti considerevoli, confinando le masse d’aria fredda a nord in una prima fase, per poi vederle crollare di nuovo verso sud, gelando parte dell’Europa.
L’inattesa novità potrebbe esordire inizialmente sotto l’effetto di correnti oceaniche decisamente più miti rispetto a quelle che ci sono state ultimamente, che potrebbero presentare una sorta di criticità nel settore meridionale, ovvero nel medio e basso Mediterraneo centro occidentale, dove potrebbe trovare spazio una massa d’aria decisamente più calda proveniente dal Nord africa.
Nell’evoluzione su vasta scala dell’Europa osserviamo che le correnti oceaniche tenderanno a interessare anche l’Italia, e soprattutto le regioni centro-settentrionali, mentre nel medio e basso Mediterraneo si potrebbe concretizzare un’area debolmente depressionaria che facilmente potrebbe essere assediata dall’alta pressione nordafricana, che comunque non andrebbe a stabilizzarsi in forma permanente, ma che ha la pecca di incidere il meteo con impennate termiche.
Questa novità confinerebbe temporaneamente verso nord le masse d’aria fredda, che avrebbero la strada spianata per scendere dalle aree polari verso la Russia e parzialmente la regione del Mar Nero, mentre in Italia si potrebbe profilare una fase con temperature sopra la media. Ma non per tutti.
Il Nord Italia, specie le Alpi e la Valle Padana centro occidentale, potrebbero resistere all’insidia mite, con sacche d’aria fredda, in attesa di un nuovo impulso d’aria fredda.
Ma ci sono delle incongruenze, e le osserviamo soprattutto nelle proiezioni dei medesimi modelli matematici che vengono rilasciate per periodi che vanno dai 30 ai 60 giorni di validità, emessi dal centro meteo americano e quello europeo. Ma ancora, sulla durata della fase mite ci sono delle debolezze che osserviamo anche con i dati che compongono i modelli matematici a più breve termine.
Nelle previsioni a lunghissimo termine (mensili), entrambi propongono precipitazioni superiori alla media sull’Italia. Questo perché avremo correnti umide con precipitazioni, quindi frequenti perturbazioni. I territori maggiormente interessati da tale fenomeno dovrebbero essere le Alpi, tutto il Nord Italia e la fascia tirrenica con parte delle Isole Maggiori. Quindi le masse d’aria miti, e non sono da escludere anche quelle nordafricane, semmai dovesse esplodere verso nord lo farebbe per tempi molto brevi, implodendo rapidamente sotto lo sferzare di aria fresca, se non fredda.
Per altro, quantomeno sino a tutto febbraio, la temperatura in Italia dovrebbe mantenersi nella media trentennale, e su varie aree innevate, anche sotto la norma. Ed ecco che si conferma quello che è l’inverno d’altri tempi, ovviamente su ampia scala.
Recentemente abbiamo visto una fortissima avvezione calda nordafricana verso il Sud Italia, ed in particolare la Sicilia, richiamata da una bassa pressione che ha interessato la Spagna, dove nel frattempo si verificavano le note tempeste di neve sotto la burrasca chiamata Filomena.
Comunque, per la settimana che inizia, i modelli matematici, ora come ora non propongono ondate di freddo sull’Italia. Il freddo se ne andrà verso est, e temporaneamente in Italia rischiamo di avere persino temperature sopra la media. Ma come descritto, parte del Nord Italia conserverebbe basse temperature, però.
Niente gelo quindi, ma la vasta copertura nevosa, davvero tantissima neve sulle Alpi, Prealpi e le vallate, favorirà una condizione meteorologica chiamata albedo, che respingerà gli ancora tenui raggi solari durante i periodi con schiarite, preparando le notti già con basse temperature. Poi c’è il caso Valle Padana con il cuscinetto freddo.
Ma ecco che il seguito del mese di gennaio non sembrerebbe indirizzarsi verso una precoce primavera, le correnti occidentali potrebbero essere ben presto assediate da irruzioni d’aria polare. E i contrasti termici genererebbero profonde aree di bassa pressione e di conseguenza anche intense perturbazioni.
L’inverno 2020/2021 ha molte carte da mettere in gioco, come dire, lo sconquasso emisferico anche descritto dai principali mass media mondiali, compresi quelli italiani, darà parecchie noie all’instaurarsi di bel tempo e clima mite. Perciò il risultato è presto detto, l’inverno proseguirà.