Boris Johnson fu il primo, poi vennero Jair Bolsonaro, Silvio Berlusconi e Alexander Lukashenko, infine Donald Trump. Sono tra i potenti della terra, capi di stato o primi ministri (presenti o passati), in qualche caso anche magnati dell’economia e della finanza. Sono tutti accomunati dall’aver contratto il coronavirus COVID-19.
Ecco, se c’è una cosa che possiamo affermare del COVID, è di essere estremamente democratico, colpisce tutti indistintamente da età, colore della pelle, religione, sesso (o genere, come va più di moda adesso), ricchezza, potere.
Anzi, i politici, in quanto rappresentanti del popolo (in teoria dovrebbe essere così), sembrano tra i più colpiti, perché più esposti a riunioni, incontri, comizi, viaggi, tutte situazioni che rendono necessari i contatti e facilitano il contagio. Tra i primi a contagiarsi, in Italia, fu il governatore del Lazio, Zingaretti; l’ultima, in ordine di tempo, di una lista ben nutrita, è stata l’ex-ministra Lorenzin.
Diversi, però, possono essere gli effetti del virus. Su Trump stiamo leggendo che è sottoposto a una terapia sperimentale non disponibile ai “comuni mortali”. Di Berlusconi possiamo immaginare che, in ospedale, abbia ricevuto un trattamento privilegiato.
Ma ci sono stati anche uomini e donne famosi che non ce l’hanno fatta. Tra questi ricordiamo Luis Sepulveda, uno dei più grandi scrittori contemporanei; la leggenda del jazz Manu Dibango; Lucia Bosé, ex-attrice e madre di Miguel.
Nemmeno il mondo della moda è rimasto immune dal COVID. Tra le vittime celebri si contano Sergio Rossi, designer di calzature femminili, e lo stilista giapponese Kenzo Takada, famoso per il Flower Power. E l’architettura ha pianto la scomparsa di Vittorio Gregotti, uno dei più famosi architetti italiani dell’ultimo secolo.
Questa è solo una breve lista di personaggi potentissimi contagiati dal COVID e un po’ meno potenti ma famosi che non ne sono usciti vivi. Fino a qualche mese fa, i social erano invasi da post in cui si sosteneva che i personaggi famosi e perfino gli “stranieri” non si ammalavano di COVID, con l’intento di sostenere la teoria della bufala planetaria per scopi che al momento restano misteriosi.
Saranno ancora in tanti a sostenere la teoria del complotto e della cospirazione planetaria, l’importante è che anche ai “negazionisti” del COVID vengano fatte rispettare le regole che il DPCM si appresta a varare e che, secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbero includere il ritorno dell’obbligo delle mascherine anche all’aperto.
Ormai dovremmo averlo capito tutti o quasi, in attesa di un vaccino o di una cura, il vaccino e la cura sono le mascherine, l’igiene, il distanziamento sociale e scaricare sul telefonino l’app Immuni, l’unica (o quasi) app che non mette a rischio la nostra privacy e che può salvare la vita a noi e ai nostri contatti. Superare l’inverno non sarà facile, ma se tutti adotteremo queste precauzioni, la primavera non sarà così lontana.