Se dovesse far freddo, nella prima decade di marzo, un motivo c’è. Anzi, volendo essere ancora più precisi le motivazioni meteo climatiche sono diverse.
Partiamo da un presupposto: il tempo d’Inverno che stiamo vivendo. E’ vero, in questo momento sembra aver abdicato definitivamente, ma a livello emisferico sono ancora evidenti i risultati di quanto accaduto nell’arco dell’intera stagione. Gelo negli USA, gelo in Medio Oriente, gelo in Siberia e in varie zone dell’Asia. Effetti non soltanto di un Vortice Polare evidentemente debole, ma di altri parametri – o pattern che dir si voglia – quali ad esempio la Nina, la QBO e chi più ne ha più ne metta.
Ora la situazione sta mutando, lo sappiamo, sappiamo infatti che il Vortice Polare sta passando alla modalità “strong” ovvero andrà a rafforzarsi talmente tanto che l’aria gelida verrà risucchiata nuovamente al Polo Nord. La domanda però è un’altra: siamo sicuri che andrà realmente così?
Spieghiamoci meglio. Quest’anno le dinamiche stratosferiche – ovvero ciò che è avvenuto ai piani più alti dell’atmosfera – hanno avuto poco da fare contro una troposfera particolarmente vivace. Significa che quanto accaduto lassù non è riuscito a trasmettersi quaggiù. Ecco, potrebbe succedere la stessa cosa nella prima metà di marzo, ossia il condizionamento dall’alto del Vortice Polare potrebbe essere minimo o addirittura non esserci. Questo, probabilmente, in un primo momento.
Ed è proprio in questo primo momento che l’Inverno dovrà sfruttare l’occasione per il famigerato colpo di coda. Colpo di coda che potrebbe rivelarsi un ceffone sonoro, uno di quegli schiaffoni che fanno davvero male. Freddo, o forse addirittura gelo, del quale parleremo non appena le conferme modellistiche arriveranno nei tempi e nei modi dovuti.