In Europa il 2020 è stato l’anno più caldo, superando di 0.4 gradi il 2019. Il record risaliva quindi appena all’anno precedente. I dati sono stati registrati da Copernicus, il servizio di monitoraggio satellitare della Terra dell’Unione europea.
Lo stesso Copernicus Climate Change Service (C3S) ha evidenziato come a livello globale il 2020 pareggia con il 2016 quale anno più caldo di sempre, il sesto in una serie di anni eccezionalmente caldi iniziata nel 2015. Il decennio 2011-2020 è il più caldo mai registrato.
Questi dati rappresentano una conferma dell’emergenza climatica in atto, con i record delle temperature che si susseguono con una frequenza sempre più serrata. A differenza del 2020, il 2016 fu segnato dal fenomeno di El Niño, che con il riscaldamento delle acque del Pacifico contribuisce al global warming.
L’andamento del 2020 si contraddistingue per il suo calore eccezionale ed è l’ennesimo promemoria dell’urgenza di ridurre in maniera ambiziosa le emissioni per prevenire impatti climatici avversi nel futuro, considerando che siamo ormai ad un punto di non ritorno.
I periodi di lockdown a causa della pandemia mondiale, che hanno riguardato a più riprese numerosi stati in diversi Continenti, non è quindi servito a dare una sterzata al riscaldamento, senza invertire una tendenza assai consolidata.
Novità possibili 2021?
Ricordiamo sempre che il caldo a livello globale non significa necessariamente che faccia sempre più caldo ovunque. Nell’ottica di un meteo sempre più estremo, si possono verificare brevi periodi anche di freddo intenso o nevicate eccezionali.
Quest’inverno ad esempio sembra incanalato verso un trend di freddo in Europa e in Italia, quanto meno rispetto agli ultimi anni. La situazione sembra andare assai diversamente dall’inverno 2020, ma a livello planetario probabilmente il trend al costante riscaldamento sarà confermato.