Non c’è pace per i ghiacciai. Dopo la situazione critica in Antartide, arrivano pessime notizie anche dal lato opposto del Pianeta. Una sezione di ghiaccio di circa 110 chilometri quadrati si è staccata dalla più grande piattaforma della Groenlandia, Nioghalvfjerdsfjorden, o N79, lunga circa 80 chilometri e larga 20.
La porzione distaccata si sarebbe rotta in tanti piccoli pezzi. Inutile dire che si tratta dell’ennesima prova dei cambiamenti climatici in atto. Tra l’altro questa è una regione che risente moltissimo del riscaldamento climatico e negli ultimi 2 anni si sono registrate temperature record.
Il Nioghalvfjerdsfjorden è l’estremità anteriore del ghiacciaio in Groenlandia nordorientale e la porzione minore, chiamata Spalte, si è ora disintegrata. Stiamo parlando di quella che è la più grande piattaforma di ghiaccio rimasta in Groenlandia, dopo che il ghiacciaio Petermann aveva perso parecchio volume
Le temperature dell’ultimo periodo e l’inserimento di acqua fra i crepacci hanno contribuito a ridurre quella sezione di ghiaccio in tanti piccoli iceberg, come si è potuto appurare dalle immagini satellitari. Così è avvenuto il distacco, per il processo noto come idro-fratturazione.
Le temperature oceaniche più elevate hanno implicato una più importante fusione del ghiaccio anche dal basso. Se il clima continuerà a scaldarsi, questa regione potrebbe diventare uno dei principali centri di azione per la de-glaciazione della Groenlandia.
Secondo i dati di una missione congiunta tedesca e americana, il 2019 è stato un anno da record per la fusione del ghiaccio in Groenlandia. La calotta glaciale ha perso circa 530 miliardi di tonnellate, sufficienti a innalzare il livello globale del mare di 1,5 millimetri.
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