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Follie meteo, gelo e caldo! Verso sbalzi termici estremi, vediamo quando

L’inverno freddo si è preso una pausa, ma in compenso è ora tornato il maltempo trascinato dalle correnti dell’Oceano Atlantico. Quando i flussi occidentali sono così intensi, non si ha mai più di tanto freddo che tende a stazionare a latitudini più alte.

Scenario possibile per fine Gennaio, da confermare

Lo scenario dovrebbe però di nuovo mutare nei primi giorni della prossima settimana, allorquando la Depressione Nord-Atlantica allenterà un po’ la morsa. In questo frangente l’anticiclone delle Azzorre tenderà a rimontare più a nord verso le Isole Britanniche ed il Mare del Nord.

Lungo il bordo orientale del promontorio anticiclonico scorreranno correnti d’aria più fredda d’origine artica che andranno ad investire l’Italia. Venti settentrionali accompagneranno l’intrusione artica, che colpirà più direttamente le regioni adriatiche e il Sud.

Il raffreddamento sarà moderato e non certo paragonabile alla recente invasione d’aria ben più rigida. In quel caso si trattava di masse d’aria di lontana origine russa. Stavolta invece l’Italia sarà percorsa da correnti artico-marittime, più fredde in quota.

Ci potrà essere occasione per qualche spruzzata di neve fino a quote localmente collinari sull’Appennino Centro-Meridionale. L’aria in arrivo sull’Italia sarà infatti in parte instabile, con l’afflusso freddo ulteriormente incentivato da un profondo vortice ciclonico sull’area dell’Egeo.

Dal freddo al caldo

Al seguito di questa fase fredda, l’anticiclone potrebbe espandersi più deciso sull’Italia, riportando in scena correnti d’aria molto più mite da occidente. Ci sono le possibilità che a fine gennaio il relativo dominio anticiclonico faccia giungere masse d’aria calde di origine subtropicale oceanica.

Le correnti particolarmente calde in quota affluirebbero sotto forma di correnti di Maestrale. Sarebbe, se questa ipotesi venisse avvalorata, un maestrale insolitamente tiepido, con i venti da nord-ovest che potrebbero assumere carattere di favonio sulle pianure di Nord-Ovest dell’Italia.

Se tale impianto barico verrà confermato, le temperature potrebbero localmente impennarsi parecchio su valori del tutto anomali nel cuore dell’inverno, almeno su parte d’Italia. Nel gennaio 2007, per citare un caso non dissimile, la colonnina di mercurio sfiorò l’incredibile picco di quasi 30 gradi in Piemonte.

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