Tirare le somme, ora che la Primavera meteorologica è cominciata, ha un senso. Un senso se non consideriamo i primi 20 giorni di marzo invernali, difatti l’esordio stagionale astronomico è fissato nell’ultima decade mensile.
Ma al di là di eventuali colpi di coda, l’Inverno c’è stato ed è stato estremamente interessante. Rispetto all’anno precedente non c’è minimamente paragone: si arrivava da un “non Inverno”, si è passato a un Inverno per certi versi vecchio stampo. Qualcuno, anche giustamente, si è lamentato dell’assenza di freddo o di neve, ma come ben saprete il clima italiano è quanto mai variegato e pretendere che il meteo sia lo stesso da Nord a Sud non avrebbe senso.
Diciamo che la neve è caduta abbondante sui rilievi, specie sulle Alpi e nell’Appennino settentrionale. Il momento migliore è stato quello a cavallo tra Natale e metà gennaio, allorquando varie irruzioni fredde – di matrice polare – investirono le nostre regioni provocando condizioni meteo climatiche diffusamente invernali. Ricordiamoci che non sono mancate nevicate a bassissima quota e che al Nord in varie occasioni si sono imbiancate anche le pianure.
Poi c’è stata la parentesi gelida di febbraio. Anticipata dall’incredibile sciroccata, ce lo ricordiamo fin troppo bene, ma l’aria gelida siberiana ci ha fatto sentire il fiato sul collo con nevicate che su adriatiche e Sud erano in grado di spingersi sino alle coste. Abbiamo rischiato l’evento epocale, quello che inizialmente sembrava poter essere un evento tutto italiano si è tramutato in un evento ultra decennale per Grecia, Turchia e addirittura Medio Oriente.
Infine c’è stata la pioggia. Ha piovuto tanto, a tratti tantissimo, tant’è che le nostre riserve idriche godono di ottima salute praticamente in tutta Italia. Ecco, l’Inverno è stato questo, ricco di precipitazioni e mai statico se non sul finire di febbraio. Ora la speranza è che anche la Primavera possa regalarci belle sorprese.