Ebbene sì, torniamo sull’argomento perché è giusto che si affronti anche in vista dell’imminente Primavera. Cos’è il Vortice Polare lo sappiamo, ma al di là dei tecnicismi ciò che più interessa – a noi ma soprattutto a voi – è l’effetto sulla circolazione atmosferica e conseguentemente sul quadro meteo climatico stagionale.
Alcune premesse. Anzitutto sappiamo che arriviamo da un Inverno segnato da un Vortice Polare debole, ovvero un Vortice Polare non capace di trattenere il gelo sul Circolo Polare Artico ma al contrario capace di lasciarselo scappare verso latitudini temperate. La debolezza è scaturita dalla gran forma dell’Anticiclone russo siberiano, responsabile di quel riscaldamento della stratosfera che commentammo a fine dicembre.
Ora la situazione sta cambiando. Ora stiamo osservando un rinforzo del Vortice Polare ma la domanda alla quale dobbiamo rispondere è la seguente: sarà capace di condizionare la troposfera e quindi i piani più bassi della colonna atmosferica. Ecco, la risposta – al momento – non ce l’hanno neppure i modelli. Lo capiamo da che cosa? Semplice, dal fatto che alternano visioni votate al freddo a visioni orientate all’accelerazione dell’Oceano Atlantico.
Diciamo però una cosa: comunque vada sarà un vero e proprio terremoto atmosferico. Dovesse riuscire a condizionare la troposfera potremmo assistere a una Primavera decisamente anticiclonica, spesso più calda del normale e poco piovosa. Ma se per caso non dovesse riuscire nell’intento beh, allora le carte in tavola cambierebbero. O meglio, si potrebbe proseguire sulla falsa riga di quanto osservato durante l’Inverno e quindi sui binari della dinamicità atmosferica. Spesso brutto tempo, magari fresco, poco sole e poche anomalie termiche positive. Chi avrà ragione? Lo sapremo tra non molto, diciamo che entro una decina di giorni saremo in grado di dare una risposta.