La tempesta tropicale mediterranea ha probabilmente raggiunto la sua massima intensità, divenendo a tratti un vero e proprio uragano di categoria 1. I venti attorno al centro hanno infatti raggiunto una forza media attorno ai 120 km/h, con raffiche ben superiori. La pressione è scesa fin sotto i 985 hPa.
Quest’uragano fa notizia e se ne parla diffusamente anche negli Stati Uniti, ove evidentemente il tema suscita interesse. Da quelle parti sono abituati però agli uragani più possenti e proprio quest’anno la stagione degli uragani atlantici continua ad infrangere i record per il numero di tempeste.
La tempesta tropicale, che potrebbe passare come uno dei più forti medicane della storia, non è certo unica ma in buona compagnia. Gli eventi di questo tipo sono sempre più frequenti, anche se di rado raggiungono l’intensità da uragano e ancor più raramente arrivano a colpire in modo così forte terre emerse.
Ianos è quindi da considerarsi eccezionale e proprio in queste ore ha impattato verso le coste occidentali della Grecia, come da previsione. Si tratta di un landfall potente, ma si spera in danni il più possibile limitati senza coinvolgimento delle persone, anche nell’ottica dell’allerta meteo rossa diramata dalle autorità.
Grecia sferzata dall’uragano, le zone più colpite
Le isole Ioniche meridionali di Cefalonia e Zante sono state le prime a sperimentare venti di forza da uragano o quasi uragano, che poi si sono estesi lungo la costa del Golfo di Patrasso da Astakos via Patrasso a Pirgo fino alla zona di Kyparissia più a sud, con anche terribili mareggiate e rischio di qualche tornado.
A preoccupare maggiormente sono le piogge, più diffuse e con quantitativi allarmanti secondo le proiezioni degli elaboratori. Punte diffuse oltre i 200 mm complessivi si prevedono su Peloponneso e Grecia centrale, ma punte di 400 mm ed anche oltre sono attese sulle pendici orientali delle montagne Pindus.
In merito all’evoluzione, si prevede che Ianos pieghi poi verso sud dopo aver colpito la Grecia occidentale, riportandosi nel Mediterraneo. La tempesta sarà però molto indebolita e quindi declassata, come è normale che avvenga una volta che raggiunge zone di terraferma.
Vedremo quale sarà il bilancio dei danni. I medicane, sempre più frequenti, possono diventare la norma man mano che il pianeta si riscalda. Tempeste simili nel 2018 e nel 2019 avevano colpito ancora rispettivamente la Grecia e l’Egitto, scaricando piogge torrenziali e provocando inondazioni mortali.