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Il paradosso: stagione sciistica stop per il Coronavirus e arriva la neve

Non c’è mai limite al peggio. In epoca di pandemia da coronavirus la sola cosa che conta, in questo momento, è la salute. La salute dei nostri cari, delle persone amate, degli amici, la nostra. Tutto il resto passa in secondo piano.

Credit iStock.

La recessione, a detta degli esperti, sarà terribile e c’è da crederci. Non saranno 2-3 settimane di stop delle attività a crear danno, ma mettiamo anche un mese di chiusura totale. No, sarà quel che accadrà dopo, quel che succederà quando torneremo alla vita di “sempre”.

Per riavviare l’economia servirà l’impegno di tutti, ma prima ancora delle istituzioni nazionali e internazionali. Non sta a noi dire quali e quante misure occorreranno, non siamo esperti in materia, quel che possiamo fare è sperare che l’economia possa riprendersi il più in fretta possibile. Chissà, magari sarà l’occasione per un nuovo boom economico, per un nuovo modo di concepire le attività lavorative. Vedremo, ma una cosa è certa: noi italiani, pur con tutti i difetti del caso, ci rialzeremo. Come sempre del resto.

Uno dei settori più colpiti dal coronavirus è e sarà quello del turismo. Lo sarà in estate, quando il turismo estero risentirà inevitabilmente di quel che sta accadendo. Lo è oggi, ora che gli impianti sciistici hanno chiuso prematuramente i battenti. Lo sarà ancor di più, forse, per gli impianti appenninici che mai come quest’inverno hanno patito l’assenza di una degna copertura nevosa.

Sino a qualche settimana si sperava in un marzo nevoso, almeno in montagna, che potesse in qualche modo mettere una pezza alla stagione. Ma poi è accaduto tutto ciò e non ci si può far nulla, purtroppo. Solo a pensarci fa ancora più rabbia, perché la neve sta arrivando e cadrà abbondante. Cadrà in quantità tale che con le prospettive meteo climatiche future probabilmente si sarebbe conservata in buono stato sino a Pasqua.

Già, perché la Pasqua si avvicina e mai come quest’anno moltissimi italiani avrebbero voluto trascorrerla in montagna. Alpi e Appennino, non fa differenza. Invece no, invece saremo costretti con ogni probabilità a stare ancora a casa. Perché stando a casa, in questo momento, possiamo sperare di rinascere. Di vivere una vita nuova, di avere una seconda possibilità e magari di smetterla di lamentarci per ogni minima fesseria. Qualcosa, questo è certo, in noi cambierà per sempre.

Pubblicato da Alessandro Arena

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