La Nina si prepara a conquistare l’inverno 2020/2021, i modelli prevedono un maggiore raffreddamento oceanico verso l’inverno a causa di alisei orientali che rimarranno forti nell’area del Pacifico interessata dal fenomeno. Le temperature oceaniche, per chi non lo sapesse, sono un elemento fondamentale nell’andamento delle circolazione atmosferica globale.
Circa il 71% della superficie terrestre è coperta dall’acqua, con gli oceani che contengono circa il 96,5% di tutta l’acqua terrestre. Di solito controlliamo anche le anomalie termiche dell’Atlantico (delle quali parleremo in un altro approfondimento), ma nessuna anomalia è più nota e influente della regione ENSO nell’Oceano Pacifico tropicale.
L’analisi attuale rivela un’area di raffreddamento piuttosto estesa proprio nel Pacifico tropicale, area che si estende quasi per intero nell’area del Pacifico equatoriale. Abbiamo grandi aree oceaniche che in questo momento registrano anomalie negative comprese tra -2,5 e -3°C. Sono anomalie consistenti e a quanto pare potrebbero aumentare d’intensità nelle prossime settimane. Al momento la Nina non è ancora considerato un evento forte, ma potrebbe esserlo.
Stiamo parlando di un raffreddamento che è stato piuttosto consistente e persistente negli ultimi 3 mesi. Il profilo verticale completo delle acque oceaniche rivela anomalie più forti tra 50 e 150 metri sotto la superficie. Il modello della NASA-GMAO ipotizza un raffreddamento insolitamente forte che spingerebbe La Nina ad avere intensità quasi record (-3°C). Teniamo presente che La Nina è attualmente -1,3°C in media, quindi questa previsione vedrebbe un calo di circa 2°C rispetto ad ora. Per le acque oceaniche è tanto, quindi potrebbe trattarsi – ovviamente se confermato – di un episodio eccezionale.
Ma quali potrebbero essere gli effetti, in termini meteorologici, in Europa? Le proiezioni stagionali continuano a mostrarci un inverno generalmente mite. Sarebbe il risultato della forte corrente a getto del Nord Atlantico, che impedirebbe oscillazioni in grado di pilotare l’aria fredda a latitudini temperate. Attenzione però, come detto in altre occasioni l’interazione con altri indici climatici – uno su tutti la QBO – potrebbe sparigliare le carte in tavola.