L’Europa occidentale è tutt’ora coinvolta da quella che è stata rinominata la “tempesta Alex”. Ufficialmente è stata la prima tempesta della stagione autunnale 2020-2021, ma la grande particolarità di questa struttura ciclonica è il processo con cui si è formata: una ciclogenesi esplosiva molto intensa che potrebbe aver battuto dei record.
Stiamo parlando di record in termini di rapporto di approfondimento della depressione (calo della pressione atmosferica al centro per unità di tempo), in base alla latitudine e in base al periodo dell’anno in cui si è verificata.
Per chi non lo sapesse una ciclogenesi esplosiva o “bombogenesi” è un processo meteorologico mediante il quale si forma una struttura ciclonica molto profonda in un periodo di tempo relativamente breve. La tempesta Alex, il cui perno ha avuto un impatto nella Bretagna francese giovedì mattina, si è sviluppata attraverso una delle maggiori ciclogenesi esplosive che si possano ricordare.
In sole 24 ore, la depressione originaria ha generato un ciclone (tramite appunto la ciclogenesi) che aveva una pressione centrale minima inferiore a 960 hPa. Le raffiche di vento associate sfioravano 160 km/h, ma alcune stazioni francesi collocate lungo la costa atlantica facevano registrare picchi più alti.
La stazione meteorologica di Belle-Île-en-Mer, appartenente alla Bretagna francese, ha registrato una raffica di vento massima pari a 186 km/h. Si tratta del record assoluto per quella stazione, difatti quello precedente era di 162 km/h, misurato il 15 ottobre 1987 e pareggiato il 3 febbraio 1990. Un altro record stavolta mensile è stato registrato presso la stazione meteorologica nell’Ile de Groix, sempre in Bretagna: il vento raggiungeva 157 km/h.