Capita di leggere, spesse volte, considerazioni più o meno importanti sul cambiamento climatico in corso. Spesso leggiamo frasi del tipo “non ci sono più le stagioni di una volta”, oppure “non ci sono più le mezze stagioni”. Fondamentalmente è vero, non possiamo darvi torto. Il clima è cambiato, c’è poco da fare.
Abbiamo perso quella che un tempo veniva considerata la “normalità meteo“, abbiamo perso quella linearità stagionale che caratterizzava i decenni del millennio passato. La Primavera era spesso capricciosa, almeno sino a maggio, l’Estate era calda ma non troppo, l’Autunno portava le piogge oceaniche, l’Inverno quelle 3-4 ondate di freddo e neve che accontentavano un po’ tutti.
Poi qualcosa s’è rotto. La prevalenza di certe strutture, come ad esempio dell’Anticiclone Africano, è diventata il nostro pane quotidiano. Ma come si fa, ora, a dire che tutto ciò non è normale? Probabilmente dovremo rivedere il concetto di normalità, adattandolo alle stagioni del nuovo millennio. La “nuova normalità” è questa, dovremo abituarci.
Poi sì, può succedere che qualche stagione ripresenti le peculiarità di un tempo, come ad esempio l’attuale Primavera. Esatto, la stagione primaverile ci sta deliziando di quella variabilità che non si vedeva da chissà quanto, tra l’altro non ha fatto per nulla caldo se non negli ultimi giorni.
Se ora che siamo a maggio verranno le prime ondate africane beh, ci sta. Si tratta di capire se saranno ondate persistenti o di scarsa durata, perché se dovessero durare poco effettivamente non ci sarebbe niente di anomalo. Poi chissà, l’Estate potrebbe farci pagare il conto con l’esplosione del caldo d’Africa, proiettandoci nuovamente all’interno di quella che a tutti gli effetti è diventata la normalità meteo del nuovo millennio.