Oggi è la notte della luna blu in cielo, ma ciò non deve trarre in inganno: non dobbiamo attenderci effettivamente una colorazione bluastra del nostro satellite. Piuttosto il termine “luna blu” indica un evento insolito, in quanto è il nome che si dà alla seconda luna piena nell’arco di uno stesso mese.
Ma allora perché si chiama blu? Non c’è certezza, ma in base all’interpretazione che va per la maggiore il termine blu deriverebbe da “once in a blue moon”, l’equivalente inglese in italiano di “ogni morte di papa”, come a mettere in evidenza che si tratta di un evento davvero poco frequente.
La rarità del fenomeno della luna blu sta nel fatto che il calendario che noi seguiamo non aderisce alle fasi lunari. In media abbiamo una Luna piena al mese in quanto il nostro satellite impiega 29,5 giorni per completare il suo ciclo, ossia poco meno di un mese.
In questo modo, possono pertanto eccezionalmente verificarsi due pleniluni nell’arco dello stesso mese (nel nostro caso il 2 ed il 31 ottobre). Resta però un episodio piuttosto raro. La luna blu avviene, con cadenza non sempre regolare, ad intervalli mediamente di quasi 3 anni.
Il fenomeno sarà visibile in tutto il mondo. Bisogna tornare indietro addirittura al 1944 per trovare questo tipo di luna alla vigilia di Ognissanti visibile in tutti i fusi orari. Il prossimo evento di fine ottobre è fissato per il 2077.
Le sue immagini su Roma e i suoi monumenti sono state trasmesse quando è sorta in diretta web alle 17,30 dal Virtual Telescope, per chi non ha avuto modo d’ammirarla da casa. E vale la pena scrutarla, in quanto sarà decisamente più luminosa e più grande, a prescindere dall’assenza della tonalità colorata.