Una lastra di ghiaccio di enormi dimensioni, addirittura più grande dell’isola spagnola di Maiorca, si è staccata dal lato occidentale della piattaforma di ghiaccio Ronne. Ora il grande agglomerato di ghiaccio naviga nel Mare di Weddell, nel tratto dove l’Endurance di Ernest Shackleton andò alla deriva.
L’iceberg, soprannominato A76, misura ben 4320 chilometri quadrati. Per comprendere ancora meglio, questo ghiacciaio misura 175 chilometri di lunghezza per 25 chilometri di larghezza. A76 è all’incirca grande quanto il Molise, per rimanere ai confini italiani.
Tramite le immagini satellitari catturate dalla missione Copernicus Sentinel-1 dell’Agenzia Spaziale Europea, è stato possibile individuare il ghiacciaio che è il più grande attualmente a galla. Il primo posto è stato strappato all’iceberg A-23A, che ha una superficie di 3880 chilometri quadrati.
Di recente, un altro iceberg rilevante, ribattezzato A-74, si era staccato lo scorso 26 febbraio dalla piattaforma di ghiaccio di Brunt, in un processo rapidissimo se si considera che la prima crepa era stata identificata a novembre 2020.
Distacco e scioglimento rapido di blocchi di ghiaccio
Un altro iceberg antartico gigantesco, che aveva minacciato un’isola popolata da pinguini al largo del Sud America, è andato a perdere gran parte della sua massa frantumandosi in svariati pezzi all’inizio di quest’anno, fluttuando verso l’Oceano Atlantico.
Non c’è peraltro solo la scomparsa di questo iceberg a creare preoccupazione. La temperatura degli oceani influisce sullo scioglimento delle piattaforme di ghiaccio. La conseguenza più allarmante dello squilibrio che si può venire a creare, con il distacco di blocchi così imponenti, è l’innalzamento dei livelli del mare.7
Il distacco periodico di grandi pezzi di queste piattaforme è parte di un ciclo naturale. Alcune piattaforme di ghiaccio lungo la penisola antartica hanno subito una rapida disintegrazione negli ultimi anni, un fenomeno probabilmente legato al cambiamento climatico, ma non tutti gli scienziati sono concordi.