A dimostrarlo è Copernicus, che sostanzialmente conferma che la circolazione della Corrente del Golfo che sale verso il nord dell’Oceano Atlantico è al suo punto più debole perlomeno degli ultimi mille anni.
La temperatura della superficie del mare è una variabile fondamentale, utilizzata per quantificare e prevedere interazioni complesse tra l’oceano e l’atmosfera. L’immagine raffigura la temperatura della superficie del mare dell’Oceano Atlantico settentrionale, come rilevato dal servizio di monitoraggio dell’ambiente marino del programma europeo di telerilevamento Copernicus. I dati sono riferiti all’8 marzo 2021.
In accostamento con altri parametri dell’oceano, la temperatura della superficie del mare viene utilizzata per mappare la storia della Corrente del Golfo, oltre che, in una visione più ampia e complessa, il sistema di circolazione delle correnti profonde con cui interagisce, che si estende a tutto il Pianeta. Ci riferiamo anche della Circolazione dell’Oceano Atlantico, il cui acronimo è AMOC.
La circolazione termoalina, detta anche Grande Nastro Trasportatore, si estende a tutto il pianeta, dall’Atlantico al Pacifico, e viceversa.
L’AMOC è uno dei principali sistemi di circolazione oceanica che distribuisce il calore, determinando un impatto significativo sul clima del nostro pianeta.
Un recente studio pubblicato sulla rivista Nature Geoscience ha mostrato che l’attività dell’AMOC è scesa ai minimi storici, ciò a causa degli effetti del cambiamento climatico.
Con ciò ci sono significati cambiamenti nel trasporto di acqua calda da parte delle correnti oceaniche in Europa. Questo potrebbe favorire la formazione di super cicloni extratropicali oceanici. E in effetti, un aumento dell’intensità delle tempeste oceaniche, oltre che irregolarità, era stata segnalata in passato.
Quest’anno, l’avvento dei forti cicloni nord oceanici dell’Atlantico è avvenuta in piena estate, rappresentando un fenomeno di portata eccezionale.
L’impatto sul clima terrestre di un indebolimento della Corrente del Golfo, oltre che del complesso sistema di circolazione dell’AMOC, come quella della circolazione termoalina, sono oggetto di proiezione da parte dei modelli matematici sul clima.
Questi hanno più volte annunciato un raffreddamento degli inverni europei. Ma dall’altra parte abbiamo un generale riscaldamento globale che altera le conseguenze, con proiezioni che sono di per sé già complesse, ottengono risultati poco soddisfacenti come affidabilità.
Farà più freddo nei prossimi inverni? Saranno più nevosi? Forse più estremi, questa è la teoria a cui molti scienziati sono propensi a credere come possibile.
Di sicuro stiamo notando uno squilibrio rilevante negli inverni dell’Europa come non si era mai visto da quando ci sono dati sui rilevamenti meteo.