Ne abbiamo seguito l’evoluzione e lo stiamo facendo tutt’ora. Ovviamente stiamo parlando del Vortice Polare, l’attore protagonista dell’Inverno nell’emisfero nord.
Quando è forte difficilmente si hanno irruzione fredde a sud, viceversa quando è debole le probabilità di azioni invernali consistenti crescono notevolmente. Questa ovviamente è la regola generale, ma poi subentrano tutta una serie di sfaccettature che possono cambiare facilmente le carte in tavola, talvolta possono letteralmente stravolgerle.
Dobbiamo sempre ricordarci che c’è la troposfera, che a volte può non essere ricettiva oppure andare a condizionare lei stessa la stratosfera. I riscaldamenti stratosferici, ad esempio, solitamente partono dal basso. O ancora, può succedere che il Vortice Polare sia forte in stratosfera ma non riesca a incidere sulla troposfera.
Per questo motivo non possiamo generalizzare troppo, perché può succedere tutto e il contrario di tutto. Se poi ci mettiamo altri elementi come quest’anno la Nina, piuttosto che una convezione tropicale di un certo tipo (leggasi MJO), beh tutto si complica. Questo per dire che non necessariamente uno split porta gelo in Italia. Può portarlo in Europa, questo sì, ma l’Italia merita un discorso a parte. Affinché le nostre regioni rientrino in certe dinamiche devono incastrarsi tutta una serie di tasselli al posto giusto.
Quindi tempo al tempo, in stratosfera sono successe cose che ben conosciamo, ora si tratta di capire se e come eventualmente avranno effetto ai piani bassi. Italia in primis.