Ancora un’analisi meteo climatica. E mentre la Nina continua a imperversare, è arrivato il di monitorare un altro indice riguardante l’Oceano Pacifico ovvero la cosiddetta MJO.
Gran parte della variabilità tropicale è determinata da ondulazioni e se ci riferiamo al breve termine l’oscillazione più importante è la Madden-Julian, conosciuta semplicemente come MJO. Ma di cosa si tratta? Non è altro che un’onda convettiva (temporali, nuvole, pioggia, vento e pressione) che si muove verso est. Il movimento avviene lungo l’Equatore, coinvolgendo l’intero pianeta, e avviene in circa 30-60 giorni. Tale ondulazione è capace di ripercuotersi anche sull’emisfero settentrionale, non scordiamoci che esiste una forte correlazione tra i tropici e il clima globale.
È importante sottolineare come questa ondulazione sia organizzata in fasi. Ogni fase ha la propria influenza sulle condizioni atmosferiche, motivo per cui dobbiamo tenerla sott’occhio. La parte più attiva della convezione tropicale, con frequenti temporali e precipitazioni che emergono nell’Oceano Pacifico occidentale, corrisponde alle fasi 6 e 7. Secondo le ultime proiezioni dovremmo passare nella fase 6 prima della fine di gennaio, dopodiché si passerebbe alla 7.
Durante la fase 6 statisticamente assistiamo a un calo di pressione sull’Europa settentrionale e nordoccidentale. Per quanto riguarda il profilo termico, solitamente abbiamo ondate di freddo sull’Europa settentrionale e orientale. Il passaggio in fase 7 solitamente porta a un’elevata pressione che si estende dal Nord Atlantico alle regioni polari e alla Scandinavia.
A livello termico significa, solitamente, anomalie negative nell’Europa centrale e meridionale laddove diventano più probabili le irruzioni fredde.
Possiamo concludere che la MJO è un altro elemento che depone a favore di un cambio di circolazione nel mese di febbraio, allorquando potremmo assistere a blocchi anticiclonici imponenti e conseguenti discese d’aria fredda in direzione del Mediterraneo.