L’ondata di gelo che sta colpendo gli Stati Uniti non accenna a placarsi e resta l’emergenza ghiaccio anche laddove si frappone aria più mite. Questa fase rigida entra di diritto nella storia soprattutto per quanto concerne il sud degli Stati Uniti.
Il Texas non aveva mai fronteggiato una tale emergenza, con la neve capace di spingersi facilmente fino alle spiagge del Golfo del Messico. Da queste parti la neve localmente non si vedeva da 50 anni, a conferma di un evento meteo sbalorditivo.
Ad Austin, stessa latitudine del Cairo, sono caduti fino a 16 cm di neve. Le temperature in alcune parti del Texas sono scese fino a -28°C, avvicinando il record assoluto di temperatura più bassa registrata nella città di Tulia nel 1899, quando la colonnina di mercurio scese a -30,5°
A fronte di quest’estesa ed eccezionale irruzione gelida e di tempeste di neve che si susseguono dalla fine di gennaio, la copertura nevosa visibile dalle immagini satellitari ha raggiunto livelli eccezionali. Quasi tre quarti dell’intero territorio statunitense sono coperti di neve.
Il 16 febbraio, secondo il National Operational Hydrologic Remote Sensing Center (NOHRSC), la neve posata a terra copriva il 73.2% del territorio degli Stati Uniti, escludendo l’Alaska e le Hawaii. Questa è la più alta estensione di copertura della neve che si sia mai registrata, secondo la NOAA.
Solo un altro anno nel database NOHRSC ha avuto un manto nevosa del 70% o superiore. Era il 12 gennaio 2011, quando la neve copriva un’ampia area del paese, incluso il sud-est, pari al 70,8% del territorio. La crescita del manto nevosa nelle ultime settimane ha rappresentato una svolta rispetto a metà gennaio.
Il 22 gennaio scorso solo il 26% del territorio Usa aveva neve a terra, con la neve che mancava anche dal Midwest. Questa era la copertura più bassa per quella data nel database di NOHRSC. Le nevicate piombate con tale diffusione nel profondo del Sud hanno giocato un ruolo importante in questa grande espansione.