Le condizioni meteo sull’Italia iniziano di nuovo a deteriorarsi, con l’anticiclone costretto in ritirata dopo la temporanea affermazione sul bacino centrale del Mediterraneo. La breve parentesi di stabilità cede quindi il passo al ritorno delle perturbazioni.
Il maltempo inizia gradualmente ad entrare in azione, con precipitazioni via via più diffuse. Le correnti oceaniche stanno nel contempo portando un generale rialzo termico, dopo il clima rigido derivante dalla recente irruzione di correnti russe.
I rimasugli dell’avvezione fredda dei giorni passati, ben radicati nei bassi strati, consentono il ritorno di nevicate a tratti a quote molto basse. Ciò accade su alcune zone del Nord Italia, laddove manifesta una maggiore resistenza il cuscinetto freddo al suolo.
Nel dettaglio, per la giornata di oggi, mercoledì 20 gennaio, avremo a che fare con precipitazioni ancora deboli e localizzate al Nord. I fenomeni deboli e locali, già in atto ed attesi tra Piemonte sud-orientale, Ovest Emilia e Lombardia, potranno risultare a tratti nevosi fino a livelli pianeggianti.
Non sono da escludere locali fenomeni di gelicidio, laddove il flusso mite in quota dovesse risultare più incisivo, a fronte di temperature invece attorno ai zero gradi al suolo. Verso fine giornata deboli precipitazioni nevose raggiungeranno anche le Alpi Centro-Orientali, con fiocchi attesi sino al fondovalle.
Qualche fiocco di neve, sempre a carattere piuttosto debole e sporadico, potrà inoltre interessare l’Appennino Toscano, ma su queste zone solo al di sopra dei 1000 metri grazie all’effetto legato ai flussi d’aria mite d’origine oceanica.
Nevicate più abbondanti da giovedì
Il maltempo entrerà maggiormente nel vivo giovedì, con precipitazioni più organizzate e diffuse al Nord. La neve si presenterà almeno a quote collinari sulle Alpi, ma qualche fioccata in pianura si potrà registrare sulle pianure del Basso Piemonte.
La quota neve andrà comunque gradualmente a salire in giornata, per l’attenuazione della massa d’aria fredda nei bassi strati. Nevicate più consistenti raggiungeranno anche l’Appennino Centro-Settentrionale, ma con limite dei fenomeni nevosi a partire dai 1200/1400 metri.