Alla fine degli anni 80, dopo aver vissuto le gelide situazioni del 1985 e 1986, improvvisamente gli inverni si presentarono miti, ma tra la fine di febbraio ed i primi di marzo si realizzarono condizioni meteo invernali, con nevicate a bassa quota e al nord anche in pianura.
Sembrerebbe che periodicamente queste situazioni si ripetano, così andando a scorrere gli archivi meteo le ritroviamo nel passato.
La più recente condizione meteo che ha delle analogie con quanto abbiamo esposto è avvenuta nel 2018, quando dopo un inverno tutto sommato mite, ma non quanto quello che stiamo vivendo quest’anno, alla fine del mese di febbraio si ebbe un’ondata di gelo proveniente dalla Siberia che si protrasse sino ai primi giorni di marzo. Non sappiamo se succederà quest’anno, ovviamente.
Fu una situazione di freddo importante, che se fosse giunta nel cuore dell’inverno avrebbe buttato giù i termometri come era accaduto qualche anno prima nel febbraio del 2012, quando si ebbero diverse ondate di gelo e fortissime nevicate.
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Il rischio di un meteo gelido irruento in quello che il fotofinish dell’inverno è da considerare quando la stagione fredda si è presentata decisamente più mite della norma, e soprattutto asciutta come quest’anno, senza il transito di importanti perturbazioni, con alte pressioni persistenti.
Sono stati questi gli inverni in cui al fine stagione in passato è arrivato l’inverno, che poi si ripresenta con ondate di freddo durante la primavera meteorologica.
Non sappiamo cosa succederà durante la primavera, ormai siamo in una condizione atmosferica dove c’è parecchia incertezza sul meteo del lungo termine, dove regnano le proiezioni che indicano cambiamenti climatici traumatici a causa del Global Warming, derivante dall’emissione sconsiderata di gas serra in atmosfera.
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Il tema Global Warming apre ampi dibattiti, in quanto in alcuni settori della NON scienza c’è scetticismo sulla correlazione di cambiamenti climatici e l’emissione di gas serra in atmosfera dalle intensive attività umane.
Ma la scienza avvisa che i cambiamenti atmosferici sono in atto e che tenderanno ad accelerare nei prossimi anni.
Sembrerebbe che il cambiamento del clima si sia accelerato in questi anni, lo stiamo osservando un po’ tutti, con l’imponente salire della temperatura, le ondate di calore di eccezionale intensità, e soprattutto l’imprevedibilità del stagioni, le quali assumono sembianze molto differenti rispetto al passato.
Ma torniamo al meteo della fine d’inverno, per ora non abbiamo elementi affidabili per potervi dire che avremmo l’irrompere di aria fredda invernale in modo massiccio, si possono ipotizzare brevi episodi nel medio termine, anche se con il trascorrere del tempo è abbastanza certo che aumenti l’instabilità atmosferica, e sopratutto il deterioramento del Vortice Polare, il quale ha catturato l’Inverno.
Il Vortice Polare continua essere di eccezionale intensità, e che potrebbe condizionare la primavera. Questo aspetto è temuto da molti meteorologi di fama mondiale. Sembra appena ieri, quando nell’aprile e maggio 2019 si ebbero quelle condizioni climatiche di freddo tardivo che vi stiamo descrivendo. Per altro viste, anche se con minor durata, nella primavera 2018.
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Pubblicato da Alberto Mancini