POSSIBILE EVOLUZIONE METEO A 15 GIORNI
Dinamicità. Questo il trend meteo climatico che scaturisce dall’osservazione mattutina dei principali modelli matematici di previsione. Dinamicità che come ben sappiamo rappresenta una delle peculiarità del mese di marzo, allorquando l’Inverno lascia spazio alla nuova stagione primaverile.
In questo periodo gli sbalzi termici possono risultare particolarmente violenti, soprattutto nel momento in cui dovessero attivarsi i tipici spostamenti sud-nord e nord-sud di grandi masse d’aria. Da una parte il freddo, dall’altra parte l’aria mite o addirittura calda subtropicale. Ed è quel che si evince dalle varie corse modellistiche, le quali continuano a fornirci interessanti spunti di discussione e lasciano aperta la porte a varie ipotesi.
La prima è quella atlantica, ossia l’accelerazione del flusso zonale che potrebbe da un lato innescare rapide perturbazioni, dall’altro lato potrebbe facilitare il ritorno dell’Alta Pressione a causa dello scorrimento troppo a nord delle correnti zonali. La seconda è quella artica, o addirittura artico-continentale e andrebbe a inserirsi fedelmente negli scambi meridiani di cui s’è scritto pocanzi.
IL METEO A BREVE TERMINE
L’Alta Pressione, presente ormai da circa una settimana, sta provando ad avere un sussulto d’orgoglio ma rispetto a qualche giorno fa ha fondamenta meno solide che non le assicurano un’adeguata resistenza ai primi disturbi atlantici.
Il ridimensionamento avverrà proprio a carico dell’Oceano Atlantico, che inserendo aria fresca e instabile andrà a minarne la tenuta e vi saranno le prime deboli precipitazioni durante il fine settimana. E’ interessante evidenziare anche la contrazione termica che ci sta interessando, tuttavia è altrettanto interessante farvi notare che benché le temperature siano destinate a scendere dovrebbero mantenersi comunque al di sopra delle medie stagionali.
Non saranno le anomalie eclatanti, esagerate dei giorni scorsi ma saranno ugualmente temperature non consone al periodo in essere. All’orizzonte, visto e considerato che abbiamo dato un’occhiata alle proiezioni termiche, non s’intravedono cali tali da farci gridare al colpo di coda dell’Inverno. Tranne, questo va detto, in alcune varianti modellistiche che puntano con decisione all’irruzione artica attorno a metà mese.
LE DIVERSE SOLUZIONI
Riprendendo quanto scritto in apertura non possiamo non evidenziare le diverse ipotesi in campo e soprattutto non possiamo esimerci dai motivi di fondo. Partiamo dall’Atlantico. Qualora dovesse prevalere il flusso zonale non ci sarebbe nulla di strano, dopotutto abbiamo assistito a una rapida accelerazione – con conseguente rinforzo – del Vortice Polare e quando ciò si verifica sappiamo fin troppo bene che le chance invernali si riducono al lumicino. Soprattutto nel momento in cui avviene il condizionamento sugli strati inferiori dell’atmosfera (ossia in troposfera, che è lo strato atmosferico dove avvengono i fenomeni meteorologici e quindi è la zona di maggior interesse per le nostre previsioni), perché è quello il momento in cui il gelo si rintana a nord mentre a latitudini temperate divengono più frequenti le rimonte anticicloniche.
L’ipotesi riguardante gli scambi meridiani va presa seriamente in considerazione perché anche con un Vortice Polare forte possiamo assistere a frenate zonali importanti. Significa che le correnti atlantiche decelerano e che le maggiori ondulazioni delle correnti d’alta quota possono sfociare in discese d’aria fredda dal Circolo Polare Artico. Ed è quello che potrebbe succedere attorno a metà marzo.
IN CONCLUSIONE
Volendo sintetizzare quanto scritto sinora possiamo dirvi che ci aspettiamo una fase contrassegnata dall’Atlantico e nel mezzo potrebbero inserirsi imponenti rimonte anticicloniche ed anche temporanee discese d’aria fredda di matrice artica o addirittura artico-continentale.
Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni hanno una maggiore affidabilità, mentre questa decresce man mano che ci allontaniamo nel tempo.