POSSIBILE EVOLUZIONE METEO A 15 GIORNI
Gli inevitabili aggiustamenti dei modelli matematici di previsione non devono farci perdere la direzione. Considerando l’arco temporale delle 2 settimane, giorno più giorno meno, osservare variazioni configurative è naturale, così come è naturale ipotizzare scenari meteo climatici differenti a seconda delle proiezioni considerate. Ma visto e considerato che stiamo ragionando nell’ottica del lungo periodo, ciò che non dobbiamo trascurare è il segnale di cambiamento.
Cambiamento che, facile capirlo, dovrebbe condurci fuori dalle sabbie mobili dell’Alta Pressione. Il dominio anticiclonico era già stato messo in preventivo, i segnali in tal senso erano inequivocabili e giungevano direttamente dall’ovvia accelerazione stagionale del Vortice Polare. Un Vortice Polare che, secondo alcune proiezioni, potrebbe raggiungere livelli d’intensità record a cavallo tra fine mese e inizio dicembre. Prima però dovremo affrontare una ridistribuzione barica emisferica e gli effetti potrebbero estendersi sin sul Mediterraneo.
Parliamo di un netto indebolimento della struttura anticiclonica e di un concomitante isolamento di un’altra Alta Pressione sul Nord Europa. Dinamica che, se confermata, potrebbe spalancare le porte ai primi freddi artico-continentali.
IL METEO A BREVE TERMINE
In realtà il fianco occidentale dell’Alta Pressione sta già subendo una contrazione, nulla di eclatante ma l’azione depressionaria iberica sta provando a forzare la mano determinando qualche sussulto instabile nelle regioni Nordoccidentali.
L’affondo depressionario avrà tuttavia un effetto più evidente, ovvero quello di fornire carburante subtropicale alla struttura anticiclonica e quindi di incentivare un ulteriore lieve aumento delle temperature. E’ bene rimarcare che stiamo registrando valori quasi ovunque nettamente superiori alle medie stagionali, il quasi considera le eccezioni dettate da quelle aree d’Italia dove nebbie e nubi basse la fanno da padrone anche durante il giorno.
Nel corso del fine settimana cambierà poco o nulla se non per le regioni di Nordovest, laddove potrebbero ripresentarsi fenomeni un po’ più consistenti – specie su Alpi occidentali – a causa di un sistema instabile proveniente da sudovest. Ma avremo modo di riparlarne.
FREDDO E ATLANTICO, MIX ESPLOSIVO
Nel frattempo inizieremo a osservare la strutturazione di un’ampia cella anticiclonica sul Nord Europa. Lungo il fianco orientale di tale struttura inizierà a scorrere aria fredda artico-continentale, destinata in primis ai settori orientali del vecchio continente. C’è da dire che qualche refolo potrebbe estendersi verso l’Egeo, dando luogo a un piccolo vortice secondario i cui effetti potrebbero raggiungere il Sud Italia.
Oltre al freddo, che dovrebbe prendere piede con forza su tutta l’Europa orientale, dovremo tenere d’occhio anche l’Atlantico perché l’azione ciclonica potrebbe aprirsi un varco sui settori occidentali del vecchio continente. Freddo da est, aria umida da ovest potrebbero rappresentare un mix potenzialmente esplosivo, ma resta da capire quale sarà l’area di confluenza di masse d’aria così diverse. Secondo taluni modelli potrebbe trattarsi dell’Europa centrale, secondo altri gli effetti potrebbero estendersi anche al Mediterraneo.
IN CONCLUSIONE
Comunque vada si prospetta un periodo decisamente dinamico e sicuramente interessante da analizzare e commentare insieme. Vi invitiamo a seguirci, perché attorno a metà novembre potrebbero esserci sorprese significative.
Rammentiamo che le previsioni meteo con validità sino a 5 giorni hanno una maggiore affidabilità, mentre questa decresce man mano che ci allontaniamo nel tempo.
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