Le fasi meteo sempre più calde e prolungate originate da riscaldamento globale hanno, tra le loro conseguenze, anche quella di portare alla luce nuovi virus.
Come? Semplice: le ondate di mitezza e calore estivo fanno fondere grosse zone di suolo gelato (permafrost) o i ghiacciai d’alta quota e pertanto nuovi virus potrebbero venire alla luce. Eh sì, questi esservi viventi hanno (sfortunatamente) l’incredibile qualità di potersi ibernare e risvegliare dopo tanto tempo. Non è un film di fantascienza. Nel 2016, un susseguirsi di fasi meteo caldissime in Siberia, portò alla luce un nuovo virus, che fu causa scatenante dell‘epidemia di antrace: incredibilmente, tale evento infausto si originò dalle spore di virus all’interno di una renna sepolta nel permafrost per 75 anni.
Visto che il riscaldamento globale aumenta INDISCUTIBILMENTE di anno in anno, è ragionevole pensare che se i ghiacci fonderanno sempre di più sarà possibile che nuove spore di virus antichi possano venire alla luce, con tutte le conseguenze del caso.
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Quindi, il riscaldamento globale con i suoi effetti negativi può condurre a due importanti conseguenze: la prima è che così si riesce a ricostruire ancora di più il clima passato quando non esistevano gli strumenti meteo; la seconda, è decisamente più infausta, è che la rapida fusione dei ghiacci potrebbe rilasciare agenti patogeni conosciuti nell’ambiente, con delle conseguenze ancora tutte da valutare.
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Pubblicato da Davide Santini