Per chi ama la meteorologia, scienza inesatta per eccellenza, l’estremo è uno degli elementi che fa scaturire forti emozioni. Chi ama la meteorologia, solitamente, ama visceralmente il freddo, ancor meglio (peggio per chi invece lo odia), se si tratta di gelo.
Figuratevi quel che sta accadendo in questi giorni. Tutti a guarda le mappe di previsione, tutti a chiedersi se il gelo siberiano riuscirà a sfondare più del previsto. Sì, perché la previsione parla chiaro: il gelo arriverà. Arriverà portando neve? O arriverà col sole? Domande alle quali dovremo rispondere puntualmente, ma non oggi. La carte in tavola si stanno ancora mescolando e per un semplice motivo: l’aria gelida così potente è un’incognita incredibile per i modelli.
A prescindere da neve o non neve, vivere certe giornate è un’emozione unica. Sapete perché? Perché stiamo parlando di scenari che si verificano una volta ogni tot anni. Spesso ogni tot decenni. L’ultima volta fu nel febbraio 2012, diciamo che a livello di tempi siamo in piena maturità decennale.
L’attesa del piacere, si dice, è essa stessa il piacere. In fondo in fondo è così, attendere e sognare certi scenari meteo climatici è un qualcosa di unico, un qualcosa che solamente chi ha nel sangue la passione meteo può capire. Poi per carità, c’è chi invece non vuol sentire minimamente parlare di gelo e quant’altro, ma siamo in democrazia ed è giusto che ci sia chi la pensa diversamente.
Ora concentriamoci sul weekend, poi sulla prossima settimana, poi sull’altra ancora. Perché quando capitano certe configurazioni fidatevi, sono difficili sì da prevedere ma altrettanto complicate da scalzare. Potremmo essere solamente all’inizio.