Oltre mezza Europa è rimasta sotto scacco del grande freddo negli ultimi giorni, con temperature precipitate in picchiata fino a punte di 30 gradi sottozero sull’area baltica. Valori di 20-25 gradi sottozero si sono raggiunti anche in vari stati dell’Europa Centro-Orientale.
Questo clima così rigido è derivato dall’azione di correnti di natura russo-siberiana, che sono riuscite a sfondare verso ovest. La spinta retrograda non è stata abbastanza importante e sufficiente da coinvolgere appieno l’Italia, rimasta lievemente ai margini.
Il grande freddo in parte d’Europa e sul comparto asiatico è stato conseguenza in qualche modo del riscaldamento della stratosfera polare. Lo stratwarming delle scorse settimane ha prodotto ripercussioni fino in troposfera, con una bilobazione del Vortice Polare, ma non un vero e proprio split, ovvero rottura.
Pausa del gelo, ecco perché
Adesso la situazione sta cambiando, con il gelo in Europa, portato dal lobo del Vortice Polare siberiano, che inizia ad essere scalzato dal ritorno in pompa magna delle correnti più miti atlantiche, conseguenza di un ciclone che tornerà con la propria roccaforte tra Islanda e Regno Unito.
Nel contempo ci sarà anche una ripresa del Vortice Polare stratosferico. Questi elementi concorrono tutti assieme ad una pausa del grande freddo invernale alle medie-basse latitudini europee. Il gelo verrà respinto verso nord e verso est, con esso anche l’anticiclone termico del comparto russo-asiatico.
E’ giusto parlare di pausa perché ci sarebbero tutte le possibilità di nuovi episodi rigidi per febbraio. Le proiezioni indicano infatti un nuovo indebolimento dei venti zonali in stratosfera e di conseguenza anche il Vortice Polare dovrebbe di nuovo perdere forza.
Tutti da valutare gli effetti possibili verso la troposfera. Non sempre i due piani coincidono, ma va giustamente indicato come l’inverno, finora protagonista, potrebbe avere ancora molto da mostrare. Non sono da escludere nuove condizioni propizie a discese gelide nella prima parte di febbraio.