Esattamente due anni fa si scatenava uno degli eventi meteo più potenti e distruttivi della storia dell’ultimo secolo, ribattezzato come la Tempesta Vaia. Il Nord-Est dell’Italia fu la zona più colpita e soprattutto l’area montana tra Veneto e Trentino Alto Adige.
Era la sera del 29 ottobre quando si stava consumando la fase clou di una delle tragedie ambientali più devastanti. A seguito di piogge persistenti portate da una forte perturbazione atlantica, si innescò uno scirocco violentissimo, con la caduta di circa 14 milioni di alberi tra Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli.
Vennero distrutte decine di migliaia di ettari di foreste alpine, con il paesaggio che venne letteralmente sconvolto. Il patrimonio boschivo fu letteralmente squarciato sui versanti esposti a sud e ad est, con segni che resteranno ancora evidenti per tanti anni. Si ebbero quasi 3 miliardi di euro di danni.
La violentissima bufera di scirocco, in risalita dall’Adriatico, impattò verso i contrafforti alpini, raggiungendo punte di raffiche oltre i 200 km orari e fino a 217,3 km/h sul Passo Rolle, in Trentino. Picchi di 204 km/h si raggiunsero anche sull’Appennino Tosco-Emiliano, nel comprensorio del Monte Gomito.
Non solo strage d’alberi
L’evento meteo fu giudicato per certi versi paragonabili a quel che accadde nello storico novembre 1966. Oltre al vento, ci furono tremende alluvioni per piogge persistenti derivanti dall’impatto delle correnti di aria mite ed umidissima afromediterranea verso i rilievi alpini e prealpini.
In tre giorni caddero la bellezza di 715 millimetri di pioggia nella località di Soffranco, nel bellunese. Nemmeno nel 1966 si era arrivati a tanto. Ancor più clamorosi gli 870 mm di Forni di Sotto, sulle Prealpi Carniche.
Questo mix micidiale di vento e pioggia danno l’idea del disastroso evento abbattutosi nel Triveneto. In alcuni pendii si venne a generare il cosiddetto effetto “galleria del vento”: il profilo boschivo si salvò nella porzione più alta, mentre lungo la parte inferiore verso il fondovalle venne raso al suolo ogni singolo albero.
La tempesta Vaia si fece sentire anche su altre regioni d’Italia. In particolare una squall line lineare temporalesca colpì l’intera costa tirrenica, dalla Liguria al nord della Sicilia. Un devastante downburst devastò l’area di Terracina.
Questi stessi temporali colpirono prima la Sardegna, con devastanti grandinate e tre tornado. Intense mareggiate di scirocco provocarono danni ingenti soprattutto in Liguria. A Rapallo duecento imbarcazioni finirono sbattute con violenza sui frangiflutti, sollevate da onde alte anche 10 metri.
Decine di scafi finirono addirittura in mezzo alla strada. La causa di tanta violenza è stato l’arrivo di un’intensa perturbazione su un caldo Mediterraneo, che l’ha intensificata ulteriormente con una depressione esplosiva.
Il vortice di bassa pressione raggiunse un minimo sotto i 980 hPa a ridosso del Nord-Ovest. L’evento fu di portata davvero eccezionale che nessuno spera di dover rivedere in futuro, ma che può ripetersi in virtù dell’estremizzazione climatica sempre più evidente.