Continua a stupire la stagione dei cicloni tropicali atlantici. Per dare una denominazione alle nuove tempeste si è dovuti già ricorrere all’alfabeto greco. Così abbiamo Alpha, che ha colpito la Penisola Iberica dissolvendosi rapidamente, e Beta sul Golfo del Messico che dovrebbe diventare uragano e colpire il Texas.
Siamo già al doppio rispetto al numero medio delle tempeste e ci si chiede fin dove si spingerà questo incredibile 2020. Ciò che rende questa stagione così estrema e record, è il fatto che le tempeste con le stesse lettere si stanno sviluppando settimane prima del previsto e di quanto avvenuto in passato.
Basti pensare che nella stagione record del 2005 Beta si formo’ il 26 Ottobre e l’ultima (Zeta), la 30esima tempesta, si verificò a Dicembre. Quest’anno ci sarebbero tutte le possibilità di andare oltre e registrare quindi più di trenta tempeste.
Tutta questa vivacità in Atlantico è anche in qualche modo connessa alle acque oceaniche più calde del normale. Come è stato per la maggior parte di questa estate, si osservano temperature molto al di sopra della norma delle acque marine attraverso l’Atlantico.
Le temperature del mare attraverso l’Atlantico occidentale, i Caraibi e il Golfo sono molto calde, oscillando tra i 29 e i 31°C. Mentre le temperature nell’Atlantico orientale e centrale sono anche molto calde, circa 27-29°C, consentendo la formazione di tempeste anche ad est.
Di sicuro la tempesta subtropicale Alpha, capace di spingersi verso la Penisola Iberica, ha rappresentato un evento anch’esso in qualche modo eccezionale, al pari del Medicane che si è formato sul Mediterraneo e che è andato a sferzare la Grecia.
L’impatto di un ciclone con tali caratteristiche è raro in Europa. Quasi tutti i cicloni che colpiscono l’Europa hanno caratteristiche extratropicali e questo avviene anche con gli ex sistemi tropicali. L’ultimo evento legato ad un ciclone subtropicale o tropicale risale al 2018, quando Leslie andò a impattare in Portogallo.