Piogge torrenziali e venti ad oltre 200 orari hanno causato la morte di circa 150 persone, di cui più la maggior parte rinvenute nei villaggi indigeni del nord del Guatemala, oltre a migliaia di feriti. Qui l’uragano ha impattato venerdì con la forza spaventosa di categoria 4.
Dopo il transito su alcune aree di terraferma, il sistema tropicale si è indebolito ma ha portato precipitazioni abbondantissime anche in altre zone del Centro America, fra cui Honduras, Belize e Costa Rica. In alcune zone si è trattato della peggiore tempesta dell’ultimo decennio.
Sono ancora in corso le operazioni di soccorso nelle nazioni più colpite, anche se gli interventi restano molto difficoltosi a causa della viabilità stravolta, con diverse strade inaccessibili a causa di ponti distrutti e crollati. S’interviene con gli elicotteri per soccorrere e salvare le persone sui tetti.
Ora fortunatamente il meteo sta migliorando, con il ciclone tropicale che tende a risalire verso nord-est di nuovo in pieno oceano, nel Mar dei Caraibi non lontano dalle Isole Cayman. La tempesta si va di nuovo intensificando, anche se non dovrebbe più raggiungere lo status di uragano.
Nelle prossime ore è atteso il suo landfall sulla parte meridionale di Cuba, dove è massima allerta. Tra la domenica e lunedì il vortice tropicale si sposterà ancora più a nord e dovrebbe raggiungere le Bahamas, prima di raggiungere con il suo carico di pioggia e vento le coste meridionali della Florida.
Fortunatamente l’impatto del sistema perturbato con la Florida avverrà con l’intensità di tempesta tropicale e pertanto gli effetti dovrebbero essere ben meno dannosi rispetto a quanto accaduto in diverse zone del Centro America.
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